LXXIV. Del Duca d’Angiò che mostrò a Ridolfo un ricco tesoro

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
LXXIV. Del Duca d’Angiò che mostrò a Ridolfo un ricco tesoro
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LXXIV

Del Duca D’Angiò che mostrò a Ridolfo

un ricco tesoro.


In compagnia di dotte persone si parlava un giorno della vanità di coloro che pongono tante cure a cercare ed a comprare le pietre preziose. E uno disse: — A ragione Ridolfo di Camerino mostrò al Duca d’Angiò la sua stoltezza a questo riguardo, quando ei viaggiava pel regno di Napoli. Un dì che Ridolfo era andato a visitare il duca negli accampamenti, mostrògli questi un tesoro molto prezioso, nel quale erano brillanti perle zaffiri e tutte quelle pietre che si hanno in gran pregio. E Ridolfo vedutele, chiese quanto quelle pietre costassero e a che fossero buone; il duca rispose ch’esse avevano gran valore, ma che nessun utile davano. E allora Ridolfo: “Vi mostrerò, gli disse, due pietre che mi costano dieci fiorini, e che mi dànno duecento fiorini l’anno;” e condusse il duca, di questa cosa meravigliato, a un mulino che egli aveva fatto costruire e gli mostrò due pietre da macina, dicendogli che queste per utilità e per valore le sue pietre preziose superavano. —