CCXLII. Graziosa domanda di un vecchio impotente

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
CCXLII. Graziosa domanda di un vecchio impotente
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CCXLII

Graziosa domanda di un vecchio impotente.


Un altro narrò una storia simile di un Fiorentino che era suo vicino, il quale in età avanzata aveva sposata una donna giovine. Questa, Riccardo degli Alberti, giovine nobile e bello, prese ad amare, e similmente alla notte con molti sonatori e cantanti sulla via destava l’uomo che dormiva. Questi finalmente andò da Benedetto, che era padre del giovane, e invocata l’antica [p. 152 modifica]amicizia, e i servigi che s’erari resi, dopo molti lamenti concluse che e’ non s’era meritato che suo figlio lo uccidesse. A queste parole meravigliato il padre rispose che ciò non avrebbe egli mai sopportato e che avrebbe impedito il delitto, e chiese in che modo potesse meglio punire suo figlio. E l’altro: “Tuo figlio è innamorato di mia moglie, e spesso la notte con suoni e con canti desta me e la moglie dal sonno, e per questo avviene che io sveglio, più di quello che possa, e perchè ella non pensi ad altri, io debba dare opera seco. E poichè ciò accade assai spesso, così mi mancano omai le forze, e se tuo figlio non smette, io sono presso a morire.” E con questa facezia Riccardo, ammonito dal padre, non gli fu più molesto.