XXII. Di un prete che in luogo di paramenti sacerdotali portò dei capponi al Vescovo

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
XXII. Di un prete che in luogo di paramenti sacerdotali portò dei capponi al Vescovo
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Di un prete che in luogo di paramenti sacerdotali

portò dei capponi al Vescovo.


Un vescovo di Arezzo, di nome Angelico, che io ho conosciuto, convocò una volta al Sinodo i sacerdoti della sua diocesi, ingiungendo che coloro che avessero [p. 30 modifica]qualche dignità vi andassero in cappa e cotta, che sono due ornamenti sacerdotali. Un prete, cui mancavano queste vesti, stavasi afflitto in casa sua, non sapendo dove le avesse potuto domandare. La serva, a vederlo pensieroso e col capo basso, gli chiese la ragione del dolore; ed egli le disse che il Vescovo aveva indetto di andare al Sinodo in cappa e cotta: “Ma voi, mio buon padrone, gli rispose la serva, non conoscete la forza di quest’ordine. Non è la cappa e la cotta che il Vescovo domanda e che voi dovete portare, sibbene dei capponi cotti.” Il prete cedette al consiglio della donna, e portando seco i capponi cotti, fu assai cortesemente ricevuto dal Vescovo, il quale diceva ridendo che questo prete soltanto aveva ben capito l’ordine dell’editto.