CXCVII. Motto faceto di un giudice ad un avvocato che citava la “Clementina” e la “Novella”

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Poggio Bracciolini - Facezie di Poggio Fiorentino (1438-1452)
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
CXCVII. Motto faceto di un giudice ad un avvocato che citava la “Clementina” e la “Novella”
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CXCVII

Motto faceto di un giudice ad un avvocato che

citava la “Clementina” e la “Novella.”


Dinanzi ad una curia secolare, a Venezia, trattavasi di una causa testamentaria. Erano presenti gli avvocati [p. 128 modifica]delle parti, ognuno dei quali difendeva il diritto del suo cliente. Uno di questi, che era prete, citò in appoggio della sua difesa la Clementina e la Novella, riportando certi passi di quelle. Allora, uno de’ più vecchi dei giudici, al quale quei nomi erano sconosciuti e che poca aveva della sapienza di Salomone, si volse con viso severo verso l’avvocato: “Come diavolo, disse,Fonte/commento: ed. 1884 non arrossisci di nominare in presenza di uomini come noi, donne impudiche e meretrici, e di portarci le loro parole come massime di legge?” Credeva quello sciocco che Clementina e Novella non fossero leggi, ma bensì nomi di donne, che l’avvocato come concubine avesse in casa.