Facezie (Poggio Bracciolini)/166
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Traduzione dal latino di Anonimo (1884)
◄ | 165 | 167 | ► |
CLXVI
Di alcuni prodigi narrati a papa Eugenio.
Quest’anno, d’ottobre, essendo di nuovo venuto il Pontefice a Firenze, si narrò di molti prodigi e da
persone di tanta fede che a non crederli sembrerebbe follia. Lettere giunte da Como da persone onoratissime che hanno vista la cosa, narrano che in un certo luogo che è lontano cinque miglia di là, alle ventun’ora di sera, fu vista una gran moltitudine di cani che parevano rossi e che si credette fossero quattromila, andare verso la Germania, e seguivano questa prima schiera una gran quantità di bovi e di pecore, dopo questi venivano fanti e cavalieri divisi in coorti ed in bande, alcuni dei quali collo scudo e in così gran numero da parere un esercito; e alcuni di essi pareva che avessero il capo, altri senza capo si vedevano. L’ultima schiera era di un uomo grandissimo come un gigante; stava sopra un grandissimo cavallo e aveva seco gran quantità di giumenti di tutte le sorta. Questo passaggio durò quasi tre ore e lo videro in diversi luoghi; e di ciò sono molti testimoni, uomini e donne, che per veder meglio si avvicinarono. E dopo il tramonto del sole, come se passassero ad altri luoghi, non si videro più.