Esodo (Diodati 1821)/capitolo 9

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capitolo 8 capitolo 10
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Quinta piaga: La mortalità del bestiame.

9
  E IL Signore disse a Mosè: Entra da Faraone, e digli: Così ha detto il Signore Iddio degli Ebrei: Lascia andare il mio popolo, acciocchè mi serva.

2  Perciocchè se tu ricusi di lasciarlo andare, e se tu lo ritieni ancora;

3  ecco, la mano del Signore sarà sopra il tuo bestiame ch’è per li campi, sopra i cavalli, sopra gli asini, sopra i cammelli, sopra i buoi, e sopra le pecore, con una grandissima mortalità.

4  E il Signore metterà separazione fra il bestiame degl’Israeliti, e il bestiame degli Egizj; e nulla, di tutto quel che appartiene a’ figliuoli d’Israele, morrà.

5  E il Signore pose un termine, dicendo: Domani il Signore farà questa cosa nel paese.

6  E il giorno seguente il Signore fece quello; e ogni bestiame degli Egizj morì, ma del bestiame de’ figliuoli d’Israele non ne morì alcuna bestia.

7  E Faraone mandò a vedere; ed ecco, del bestiame degl’Israeliti non era morta pure una bestia. Ma pure il cuor di Faraone si aggravò e non lasciò andare il popolo.

Sesta piaga: Le ulcere.

8  E IL Signore disse a Mosè e ad Aaronne: Prendetevi delle menate di faville di fornace, e spargale Mosè verso il cielo, davanti agli occhi di Faraone.

9  E quelle diverranno polvere, che si spargerà sopra tutto il paese di Egitto; onde, sopra gli uomini, e sopra gli animali nasceranno ulcere, dalle quali germoglieranno bolle in tutto il paese di Egitto.

10  Essi adunque presero delle faville di fornace; e, presentatisi davanti a Faraone, Mosè sparse quelle verso il cielo; e da esse nacquero, negli uomini e negli animali, ulcere dalle quali germogliavano bolle.

11  E i Magi non poterono stare in piè davanti a Mosè, per cagion di quell’ulcere; perciocchè quell’ul-cere erano sopra i Magi, come sopra tutti gli Egizj.

12  E il Signore indurò il cuor di Faraone; ed egli non porse orecchio a Mosè e ad Aaronne, come il Signore ne avea parlato a Mosè.

Settima piaga: La gragnuola

13  POI il Signore disse a Mosè: Levati da mattina, e presentati a Faraone, e digli: Così ha detto il Signore Iddio degli Ebrei: Lascia andare il mio popolo, acciocchè mi serva.

14  Perciocchè questa volta io manderò tutte le mie piaghe nel tuo cuore, e sopra i tuoi servitori, e sopra il tuo popolo; acciocchè tu conosca che non vi è alcuno pari a me in tutta la terra.

15  Conciossiachè, se io avessi stesa la mano, potrei aver percosso te e il tuo popolo, con la mortalità; e tu saresti stato sterminato d’in su la terra.

16  Ma pur perciò ti ho costituito, acciocchè in te si vegga la mia potenza, e che il mio Nome sia predicato per tutta la terra1.

17  Ancora t’innalzi contro al mio popolo, per non lasciarlo andare?

18  Ecco, domani, intorno a quest’ora, io farò piovere una gravissima gragnuola, la cui simile non fu giammai in Egitto, dal giorno che fu fondato, fino ad ora.

19  Ora dunque, manda a fare accogliere tutto il tuo bestiame, e tutto ciò ch’è del tuo per li campi; la gragnuola caderà sopra tutti gli uomini, e sopra gli animali che si troveranno per li campi e non saranno accolti in casa; e morranno.

20  D’infra i servitori di Faraone, chi temette la parola del Signore fece rifuggire i suoi servitori, e il suo bestiame, nelle case.

21  Ma chi non pose mente alla parola del Signore lasciò i suoi servitori, e il suo bestiame, per li campi.

22  E il Signore disse a Mosè: Stendi la tua mano verso il cielo, e caderà gragnuola in tutto il paese di Egitto, sopra gli uomini, e sopra gli animali, e sopra tutta l’erba de’ campi, nel paese di Egitto.

23  E Mosè stese la sua bacchetta verso il cielo; e il Signore fece tonare, e cader gragnuola; e il fuoco si avventava verso la terra; e il Signore fece piover gragnuola sopra il paese di Egitto.

24  E vi fu gragnuola e fuoco avviluppato per mezzo essa gragnuola, la quale era molto fiera, la cui pari non fu giammai in tutto il paese degli Egizj, da che essi son divenuti nazione.

25  E la gragnuola percosse, in tutto il paese di Egitto, tutto quello ch’era per li campi, così uomini come animali; percosse [p. 55 modifica]

ancora tutta l’erba de’ campi, e spezzò tutti gli alberi de’ campi.

26  Sol nella contrada di Gosen, dove erano i figliuoli d’Israele, non vi fu gragnuola2 .

27  E Faraone mandò a chiamar Mosè ed Aaronne, e disse loro: Questa volta io ho peccato; il Signore è il giusto; ma io e il mio popolo siamo i colpevoli.

28  Pregate il Signore, acciocchè basti, e che non vi sieno più tuoni di Dio, nè gragnuola; ed io vi lascerò andare, e non resterete più.

29  E Mosè gli disse: Come io sarò uscito fuor della città, io spanderò le palme delle mani verso il Signore; e i tuoni cesseranno, e la gragnuola non sarà più; acciocchè tu conosca che la terra è del Signore3 .

30  Ma io so che nè tu, nè i tuoi servitori, non avrete ancora timore del Signore Iddio4.

31  Or il lino e l’orzo furono percossi; perciocchè l’orzo era già in ispiga, mezzo maturo, e il lino in gambo.

32  Ma il grano e la spelta non furono percossi; perciocchè erano più serotini.

33  Mosè adunque uscì fuor della città, d’appresso a Faraone, e sparse le palme delle sue mani verso il Signore; e cessarono i tuoni e la gragnuola; e la pioggia non fu più versata sopra la terra.

34  E Faraone, veggendo ch’era cessata la pioggia, la gragnuola, ed i tuoni, continuò a peccare, e aggravò il cuor suo, egli, e i suoi servitori.

35  E il cuor di Faraone s’indurò, ed egli non lasciò andare i figliuoli d’Israele; come il Signore ne avea parlato per Mosè.