Era tolto di fasce Ercole a pena
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Che pargoletto ignudo
3Entro il paterno scudo
II riponea la genitrice Alcmena,
E nella culla dura
6Traea la notte oscura.
Quando ecco serpi a funestargli il seno
Insidïosi e rei:
9Cura mortal non spei
Se pur sorgesse il gemino veneno:
Chè ben si perde allora,
12Ch’alto valor s’onora.
Or non sì tosto i mostri ebbe davante,
Che con la man di latte
15Erto su i piè combatte
Già fatto atleta il celebrato infante,
Stretto per strani modi
18Entro i viperei nodi.
Al fin le belve sibilanti e crude
Disanimate stende:
21E così vien, che splende
Anco nei primi tempi alma virtude,
E da lunge promette
24Le glorie sue perfette;
Ma troppo fia, ch’io su la cetra segua
Del grande Alcide il vanto:
27A lui rivolsi il canto
Per la bella sembianza, onde l’adegua
Nel suo girar degli anni
30Il Medici Giovanni.
Ei già tra gioghi d’Appennin canuti
Vago di fior trastullo
33Solea schernir fanciullo
Le curve piaghe de’ cinghiali irsuti,
E più gli orsi silvestri,
36Terror de’ boschi alpestri.
Quinci sudando in più lodato onore,
Vestì ferrato usbergo,
39Allor percosse il tergo
L’asta tirrena al belgico furore:
E di barbari gridi
42Lunge sonaro i lidi.
Così leon, s’a la crudel nudrice
Non più suggendo il petto,
45Ha di provar diletto
Fra greggi il dente e l’unghia scannatrice,
Tosto di sangue ha piene
48Le Mauritane arene.
Ma com’avvien, che s’Orïon si gira,
Diluvïosa stella,
51Benchè mova procella,
Ella pur chiara di splendor s’ammira,
Tal ne’ campi funesti
54D’alta beltà splendesti.
Or segui, invitto, e con la nobil spada
Risveglia il cantar mio;
57Fra tanto, ecco io t’invio
Mista con biondo mel dolce rugiada;
Fanne conforto al core
60Fra ’l sangue e fra ’l sudore.