Era ogni cosa orror, notte e procella
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Girolamo Gigli
III1
Era ogni cosa orror, notte e procella,
E il pianto e il sangue non avean più sponda:
Quand’ecco in Ciel la mattutina stella,
E tre Monti spuntar veggio in quest’onda.
5Uno è quel Monte, in cui Noè rappella
Il fido augel coll’aspettata fronda:
L’altro, ove Abram contro ’l suo amor duella,
Poi col gran cuore il gran coltel seconda.
Il Sina è l’altro, a cui nebbia ed arsura
10Velan le cime, onde allo stuolo infido
L’alta legge del Ciel scese in figura.
Ahi Monti, ahi Monti (in fra ’l naufragio) io grido!
E fian colà, finchè il periglio dura,
Pace, Fede a Giustizia il nostro lido.
Note
- ↑ Per l’esaltazione di Clemente XI. in tempi calamitosi. S’allude allo stemma, ch’è tre monti.