Er zucchetto der Decàn de Rota
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
ER ZUCCHETTO DER DECÀN DE ROTA.1
Vienuto appena a Mmonziggnor Decane
Er zucchetto, a Ssan Pietro,2 in piena Rota,3
L’antri Uditori, tutta ggente ssciòta,4
Je se so’ mmessi a sbatteje le mane.
Chi zzompava ar zonà de le campane;
Chi strillava: “Per oggi nun ze vota;„5
Chi ddimannava: “Se sa ggnente in nota
Chi cce sia pe’ la ssedia ch’arimane?„6
Poi tutti: “Evviva er nostro Minentissimo!„
E cquello arisponneva: “Indeggno, indeggno;„
E cquell’antri:7 “Dignissimo, dignissimo.„
Poi Su’ Eminenza, co’ cquell’antri8 dietro,
È sscento9 pe’ le scale, è entrato in leggno,
E ha vvortato le natiche a Ssan Pietro.
6 aprile 1835.
Note
- ↑ Il decanato del Tribunale della Rota apre la via immediata alla porpora.
- ↑ Il Tribunale risiede in Vaticano.
- ↑ Il Concistoro per la creazione de’ Cardinali si tiene il lunedì mattina. Contemporaneamente è adunato nelle sue sale anche il Tribunale della Rota, il quale giudica in tutti i lunedì e i venerdì, meno i lunghi tempi feriali. Accaduta la elezione cardinalizia, in cui sia nominato il Decano rotale, gli è portato il zucchetto rosso nel Tribunale, e il suo arrivo sospende per quel giorno la giudicatura.
- ↑ “Semplice,„ in senso ironico.
- ↑ [V. la nota 3.]
- ↑ [Per la sedia che rimane vacante nella Rota.]
- ↑ Altri.
- ↑ Altri.
- ↑ [Sceso], disceso.