Er zucchetto der Decàn de Rota

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Er zucchetto der Decàn de Rota Intestazione 29 giugno 2024 75% Da definire

Er galateo cristiano Li ggiochi d'Argentina
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

[p. 160 modifica]

ER ZUCCHETTO DER DECÀN DE ROTA.1

     Vienuto appena a Mmonziggnor Decane
Er zucchetto, a Ssan Pietro,2 in piena Rota,3
L’antri Uditori, tutta ggente ssciòta,4
Je se so’ mmessi a sbatteje le mane.

     Chi zzompava ar zonà de le campane;
Chi strillava: “Per oggi nun ze vota;„5
Chi ddimannava: “Se sa ggnente in nota
Chi cce sia pe’ la ssedia ch’arimane?„6

     Poi tutti: “Evviva er nostro Minentissimo!„
E cquello arisponneva: “Indeggno, indeggno;„
E cquell’antri:7 “Dignissimo, dignissimo.„

     Poi Su’ Eminenza, co’ cquell’antri8 dietro,
È sscento9 pe’ le scale, è entrato in leggno,
E ha vvortato le natiche a Ssan Pietro.

6 aprile 1835.

Note

  1. Il decanato del Tribunale della Rota apre la via immediata alla porpora.
  2. Il Tribunale risiede in Vaticano.
  3. Il Concistoro per la creazione de’ Cardinali si tiene il lunedì mattina. Contemporaneamente è adunato nelle sue sale anche il Tribunale della Rota, il quale giudica in tutti i lunedì e i venerdì, meno i lunghi tempi feriali. Accaduta la elezione cardinalizia, in cui sia nominato il Decano rotale, gli è portato il zucchetto rosso nel Tribunale, e il suo arrivo sospende per quel giorno la giudicatura.
  4. “Semplice,„ in senso ironico.
  5. [V. la nota 3.]
  6. [Per la sedia che rimane vacante nella Rota.]
  7. Altri.
  8. Altri.
  9. [Sceso], disceso.