Er pijjamento d'Argèri

Giuseppe Gioachino Belli

1830 Indice:Sonetti romaneschi I.djvu sonetti letteratura Er pijjamento d'Argèri Intestazione 28 gennaio 2024 100% Da definire

A li sori Anconetani Ar zor Carlo X
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1830
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ER PIJJAMENTO D’ARGÈRI.1

     Quante sfrisièlle a ttajjo2 e scappellotti!
Quante chicchere a coppia e sventoloni!2
Quant’acciacco de chiappe e de c......!
Quant’infirze de schiaffi e de cazzotti!

     Poveri Turchi, come so’ aridotti
Co’ cquell’arifilate de gropponi!3
Beato chi ppò avé ttra li carzoni
Un fiasco d’ojjo4 e un bon caval che ttrotti!

     Nun c’è da dì, ppe’ ssant’Antonio abbate:
Li Francesi so’ ggente che, mmadonna!,
So’ bboni pe’ l’inverno e ppe’ l’istate.

     E mmo mmétteno in cima a ’na colonna5
Er Deo6 d’Argèri, che vva a ffasse7 frate,
O vviè a vvenne le pizze8 a la Ritonna9.

20 luglio 1830.

Note

  1. La presa d’Algeri. — “La Reggenza barbaresca d’Algeri era da molto tempo in conflitto colla Francia. Questa si era indecorosamente obbligata a dare al Dey un presente annuale, prima di cento, poi di duecentomila franchi, presente che si poteva meglio chiamar tributo; onde l’insolenza del barbaro era cresciuta. Costui pretendeva che gli fossero consegnate le somme destinate dal governo francese al pagamento di un antico credito di un suddito algerino verso la Francia, e sul quale i tribunali non avevano ancora pronunziato una sentenza definitiva. Bisticciatosi a questo proposito col console francese di Algeri, il Dey lo aveva villanamente percosso, e quindi ridotto in ischiavitù i Francesi che si trovavano nella Reggenza (giugno 1829). La Francia, per punirlo, non aveva fatto altro che bloccare i porti dell’Algeria, provvedimento insufficiente. Alla fine Polignac decise di trar vendetta di quell’offesa; furono allestiti un’armata di 127 legni da guerra e 500 da carico, e un esercito di 40,000 uomini.... Fu fatto credere all’Inghilterra che si trattava solamente di dare una lezione al barbaro e di disfar quel nido di pirati, non di occupare stabilmente il paese. I Francesi sbarcati il 14 giugno 1830 a Sidi-Ferruch, a cinque leghe da Algeri, sbaragliati 40,000 Arabi in massima parte cavalleria, respinsero poscia gli attacchi fatti dal nemico ai loro avamposti, però sofferendo perdite considerevoli, massime a cagione del ritardo della cavalleria e dell’artiglieria grossa, che non erano ancora arrivate. Alla fine del mese fu aperta la trincera contro i forti che coprivano Algeri, e in pochi giorni distrutte le torri e le casematte. Il Dey si arrese, a condizione di poter ritirarsi coi suoi tesori ove meglio gli piacesse, e se ne andò a Napoli. L’esercito francese fece la sua entrata in Algeri il 5 luglio 1830.„ Weber, Storia Contemporanea; Milano, 1878; pag. 64.]
  2. 2,0 2,1 Colpi, busse, etc.
  3. [Bada, ché t’arifìlo er groppone! si dice comunemente per “Bada, chè ti bastono!„]
  4. [Cioè: “tant’olio, quanto ne contiene un fiasco; onde, così unto, poter resistere a una lunga corsa.„ Ma perchè questo pensiero non paia stiracchiato, bisogna rammentare uno scherzo volgare, comune tra i Romaneschi. Due vanno insieme, e incontrando una cosa bella, per esempio, una bella carrozza, uno dice all’altro: Beato mé, si potessi avé sta carrozza e un fiasco d’ojjo! — E perchè l’ojjo? domanda quello. Per untàttece li c.......]
  5. La colonna rostrale decretata a Tolone.
  6. Dey. [S’intende che è uno scherzo. Il decreto dell’erezione del monumento, sottoscritto da Carlo X il 21 luglio a S. Cloud, ordina che la colonna sia “sormontata da un faro,„ ma che gli ornamenti “siano eseguiti col bronzo de’ cannoni presi in Algeri.„]
  7. Farsi.
  8. [O viene a vendere le focacce, le schiacciate.]
  9. [Sulla piazza della Rotonda, del Pantheon.]