Er mestiere faticoso
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
ER MESTIERE FATICOSO.
Ariviènghi1 mo a ddì cquer framasone
Che, ffra ttutti li prencipi cristiani
Cattolichi postolichi romani
Er Zantopadre nostro è er più pportrone.
Ggià jjeri ha ddato ’na bbonidizzione:2
Un antra n’ha da dà ddoppo domani:3
Eppoi lavanne4 a ttredisci villani,5
E mmisereri, e ppranzi, e ppriscissione!6...
Io nun zo ssi7 dda quanno s’è inventata
L’arte de faticà, se sii mai trova
Una vita, per dio, ppiù strapazzata.
Povero Papa mio! manco te ggiova
Lo sscervellatte8 co’ sta ggente ingrata
Pe’ ffà oggni ggiorno un’indurgenza nova.
31 marzo 1834.
Note
- ↑ Rivenga.
- ↑ Nella mattina del giovedì-santo.
- ↑ Nel giorno di Pasqua.
- ↑ Lavande.
- ↑ Vedi su questo numero tredici il sonetto... [La lavanna, 4 apr. 34].
- ↑ Processioni. I Romaneschi conservano nel plurale la medesima escita dei nomi femminili, che nel singolare finiscono in one. La processione: le processione, ecc.
- ↑ Non so se.
- ↑ Scervellarti.