Er grosso a Bbervedé

Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Er grosso a Bbervedé Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Le donne a mmessa La pantomìna cristiana
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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ER GROSSO A BBERVEDÉ1

     “Io un grosso, tu un grosso, quella un grosso,
E pperchè sta vecchiaccia de San Zisto2
Ha da avé avuto un pavolo, pe’ ccristo?
Pe’ li bbell’occhi sui cór cerchio rosso?„

     “Che! ssete sceca?3 Nu l’avete visto
Ch’ero gravida?„ “Tu, rrospa de fosso?!
Co cqueli quattro carnovali addosso?
E cchi tte porti in corpo? L’anticristo?„

     “Zzitta llì, bbrutta serva de Pasquino.
Ggià ho ttrentun’anno solo; eppoi, sorella,
Oggni donna pò mméttese4 un cusscino.„

     “Quann’è cquesto eri gravida sicuro.
Dìmmelo a ttempo, chè, ssibbè5 zzitella,
Sta gravidanza la trovavo io puro.„6

30 marzo 1836

Note

  1. Nell’anniversario dell’incoronazione del Pontefice regnante, si dispensa un grosso di argento a tutti che vadano a prenderlo nella gran corte di Belvedere in Vaticano. Le donne incinte hanno doppia largizione.
  2. Chiamasi di S. Sisto un ospizio pe’ vecchi. Quindi alle persone molto annose dicesi vecchio o vecchia da S. Sisto.
  3. Siete cieca?
  4. Può mettersi.
  5. Sebbene.
  6. Pure.