Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Er campo Intestazione 21 dicembre 2024 75% Da definire

Er legator de libbri Er lunario
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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ER CAMPO.1

     E ar campo, e ar campo, e ssempre co’ sto campo
Tutti quanti li santi ggiuveddì!
Nun zai che ar campo dar campà ar morì,
Sscemunito che ssei, ce corre un lampo?

     Dichi che le pavure io mé le stampo?
Bbe’, mmé le stampo, mé le stampo, sì;
Ma ssi2 un giuvenco te dà addosso, di’,
Chi tte difenne? indóve trovi un scampo?

     Cosa te servirà ttanta ruganza,
Si2 una vaccina co’ cquer par de penne
Te viè a scrive3 una lettra4 ne la panza?

     Da’ rretta a le parole de le vecchie:
Sentisse5 attorno quelle du’ faccenne,6
Fijjo, so’7 bbrutte purce8 in ne l’orecchie.

27 settembre 1835.

Note

  1. [Si chiama così per antonomasia quello presso Porta del Popolo nel quale si faceva e si fa tuttora il mercato del bestiame.]
  2. 2,0 2,1 Se.
  3. Ti viene a scrivere.
  4. Lettera.
  5. Sentirsi.
  6. Quelle due faccende, que’ due ordigni: le corna insomma.
  7. Sono.
  8. Pulci.