Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura Er bon governo Intestazione 4 febbraio 2024 75% Da definire

La faccia der monno Certe parole latine
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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ER BON GOVERNO.

     Un bon governo, fijji, nun è cquello
Che vv’abbòtta[1] l’orecchie in zempiterno
De visscere pietose e ccor paterno:[2]
Puro[3] er lupo s’ammaschera da aggnello.

     Nun ve fate confonne:[4] un bon governo
Se sta zzitto e ssoccorre er poverello.
Er restante, fijjoli, è tutt’orpello
Pe’ accecà ll’occhi e ccomparì a l’isterno.[5]

     Er vino a bbommercàto, er pane grosso,
Li pesi ggiusti, le piggione bbasse,
Bbona la robba che pportàmo addosso...

     Ecco cos’ha da fà un governo bbono;
E nno ppiàggneve[6] er morto, eppoi maggnasse[7]
Quant’avete, e llassavve[8] in abbandono.

25 settembre 1836.

Note

  1. [Vi gonfia.]
  2. [Frasi che gli ufiziali del Governo pontificio usavano a tutto pasto negli atti pubblici, riferendole al Papa.]
  3. Pure.
  4. Non vi fate confondere.
  5. All’esterno.
  6. Piangervi.
  7. Mangiarsi.
  8. Lasciarvi.