Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Er Papa novo Intestazione 28 ottobre 2024 75% Da definire

Er zegatore Er falegname
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

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ER PAPA NOVO.

     Stavo ggiusto ar pilastro der cancello
Der cuartiere a cciarlà co’ lo scozzone,
In ner mentre smurònno1 er finestrone
E sbusciò2 er Cardinale cór cartello.3

     E io so’ stato stammatina cuello
Ch’è entrato er primo drento in ner portone,
Cuanno er Papa saliva in carrozzone,
E l’ho arivisto poi sott’a Ccastello.4

     Poi so’ ccurzo5 a Ssampietro; ma le ggente
Ereno tante in chiesa, bbuggiaralle,
Che de funzione nun ne so ddì ggnente.

     In cuanto sia portallo su le spalle,
L’ho vvisto; ma vvolevo puramente6
Vedé ccome je bbrusceno le palle.7

Roma, 26 novembre 1832.

Note

  1. [Smurarono.]
  2. [Sbucò: uscì fuori.]
  3. Il primo Cardinale Diacono che si affaccia alla loggia, appena smurata, ad annunciare al popolo la nuova elezione.
  4. Il Castello S. Angiolo, già sepolcro di Adriano, posto al di là del ponte Elio (oggi pariamente S. Angiolo), sotto il quale passa il corteggio del nuovo Papa che va ad incoronarsi al Vaticano.
  5. [Son corso.]
  6. Pure, ancora.
  7. È opinione romana che la stoppa che si brucia avanti al nuovo pontefice nella funzione della incoronazione per simboleggiare la vanità della gloria, sia figurata in alcuni globuli di quella materia. Qui equivoco.