Er Papa in ner Corpusdommine
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1846
ER PAPA IN NER CORPUSDOMMINE
Portà un vecchio un par d’ora in priscissione
Pe Ppiazza Rusticuccia e er Colonnato,1
Tritticanno2 llà in cima inarberato3
Sotto quer culiseo4 de pivialone:
Arrampicallo poi ccusì scarmato5
Su ppe’ le scale, er portico e ’r loggione,6
Pe’ cconzolà cco’ la bbinidizzione
Tutt’er monno-cattolico affollato....
Povero vecchio! e cchi jje pò ddà ttorto,
Si ddoppo ste du’ fronne de smazzata7
Se bbuttò ss’una sedia e arrestò mmorto?
Però, ddicheno l’ommini cattivi
Ch’er morto diede a ppranzo una taffiata,8
Da cojjonà li morti e ppiù li vivi.
6 gennaio 1846
Note
- ↑ [V. la nota 6.]
- ↑ [Tentennando.]
- ↑ [Sul talamo, portato da dodici palafrenieri in vesti rosse e mantelloni di panno cremisi.]
- ↑ [Colosseo, per iperbole. V. la nota seguente.]
- ↑ [Scalmanato. È detto per ironia, non facendo in realtà il Papa nessuna fatica; giacchè egli stava comodamente seduto; quantunque, per il modo com'era disposto davanti a lui, a guisa di genuflessorio, il tavolino con sopra il Venerabile, e dietro di lui l'enorme strascico del pivialone, paresse che egli fosse inginocchiato: cosa creduta da molti e affermata anche da qualche scrittore, per esempio dal sacerdote Guglielmo Costanzi nel suo Osservatore di Roma; Roma 1825; tom. I, pag. 25.]
- ↑ [Il Papa era portato sul talamo dalla Cappella Sistina giù per la Scala Regia, e quindi per il Colonnato destro, Piazza Rusticucci, Colonnato sinistro, scale e portico, dentro S. Pietro sino all’altare papale, di dove poi, calato dal talamo lui e il Venerabile, impartiva con questo la trina benedizione. Il loggione dunque non c’entra. Quali benedizioni ordinarie e straordinarie desse realmente il Pontefice, non però col Venerabile, dal loggione, io l’ho detto nella nota 1 del sonetto: Le carte ecc., 12 apr. 46. E benchè qualche volta, per cause impreviste, qualcheduna di codeste benedizioni sia stata rimandata (per esempio, quella dell’Ascensione alla Pentecoste), tuttavia non credo possibile che se ne sia rimandata nessuna al Corpusdomini, che aveva una benedizione sua propria e di natura molto diversa. L’ultima processione del Corpusdomini fatta da Gregorio XVI, e alla quale il sonetto parrebbe riferirsi, fu quella del 1844, 6 giugno; poichè quella del 1815, 22 maggio, essendo egli indisposto, fu fatta dal cardinal Micara; e nel Corpusdomini del 46, egli era già morto.]
- ↑ [Queste due fronde di smazzata: questo po' po' di scalmanata, di strapazzo. Smazzasse (da mazza, budella): scalmanarsi, quasi farsi venir fuori le budella per lo strapazzo.]
- ↑ [Una così grossa mangiata. Nel Mèo Patacca, III, 54, c'è taffio nello stesso senso. E taffià, verbo, usa altrove il Belli. Voci tutte che, come le corrispondenti taffiare fiorentino, tafiar veneziano, taffiari siciliano, ecc., derivano dal medio-alto-tedesco tafele, tafel, tavola, banchetto, e tavelen, sedere a tavola, banchettare. Il taffiare fiorentino manca al Rigutini-Fanfani.]