Er Curato e 'r Medico

Giuseppe Gioachino Belli

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Er boja Er cavajjere
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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ER CURATO E 'R MEDICO

     E ha rraggione er curato. Ar zor dottore
Je sta bbene de dì cche l’accidente1
C’ammazzò cquer prelato su’ criente
J’è arincressciuto e jj’ha ttrafitto er core.

     La cosa va da sé. Ssi2 Mmonziggnore
Nun aveva sta su’ presscia fetente3
Poteva in vita avé ccommodamente
Venti o ttrent’antre4 mmalatie mijjore.

     Er discorzo, pe’ un medico, cammina:
Ma un Curato è ddiverza;5 e llui vorebbe
Che mmanco6 se trovassi7 mediscina.

     Perchè, mmettemo8 nun ze dassi9 frebbe10
Da morì, bbona sera Caterina:11
Un Curato, per dio, che12 mmaggnerebbe?

18 marzo 1834

Note

  1. Apoplessia.
  2. Se.
  3. Fetente, aggiunto che si usa ad esprimere qualunque qualità riprovevole.
  4. Altre.
  5. Intendi come dicesse: “Ma la circostanza di un curato è diversa.„
  6. Manco, un senso di “né manco, né anche.„
  7. Si trovasse.
  8. Supponiamo.
  9. Non si dasse.
  10. Febbre.
  11. Frase risolutiva di una quistione.
  12. Cosa.