Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 60

Lettera 59 Lettera 61

[p. 119 modifica]A D. GIOVANNI SABBATINI DA BOLOGNA E D. TADDEO DE MAL A VOLTI DA SIENA (A) MONACI DELLA CERTOSA A BELIt’GUARDO.

I. Gli mostra come non si dere temere gl nofìr.)l con timore servile, ma solo Iddio, tl quale timor servile si perde nel saugue di Gesù Cristo e nella sanla carila.

II. L’esorta ad uccidere la propria volontà, ed abbracciare la croce, amando d’esser perseguitali per Gesù Cristo, ed in olire alla perseveranza nell’orazione, alla carità fraterna nell ob bedienzia, alla fatica ed altre virtù che convengono a’ religiosi.

%lziUta BO.

sii nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissimi figliuoli in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava deJ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi cavalieri virili, senza veruno timore servile, così vuole il nostro dolce Salvatoré, che noi temiamo lui e non gli uomini del mondo, così disse egli. Non temete coloro che possono uccidere il corpo, ma me, che l‘anima ed il corpo posso mettere nòli’ inferno, e però voglio che voi siate annegati nel sangue del Figliuolo [p. 120 modifica]I 20 di Dio, arsi nel fuoco della divina carità; perocché qui vi si perde ogni timore servile, rimane solo il timore di riverenzia. Or che può fare il mondo, il dimonio e li servi suoi a colui che si trova in questo smisurato amore, che s’è posto per obietto il sangue?

niente; anzi sono istiumenti di darci, e di provare in noi la virtù, imperocché la virtù si prova per lo suo contrario, e però debba l’anima godere ed esultare, cercare con sua pena sempre Cristo crocifisso, e per lui annichilare ed avvilire sè medesimo; dilettarsi sempre di pena e di croce. Volendo pena, tu hai diletto, e volendo diletto, tu hai pena..

II. Adunque meglio ci è annegarci nel sangue, ed uccidere le nostre perverse volontà con cuore libero al suo. Creatore, senza veruna* compassione di sè medesimo; allora sarà pieno il gaudio e la letizia in voi; aspettarete senza* fatica affliggitiva; di nessuno comandamento che ci fusse fatto, doviamo sentire pena, ma più tostò diletto, perocché non è veruno comandamento fatto per gli uomini che ci possa tórre Dio, ma sono cagione di darci la virtù della pazienzia, e fannoci più solliciti di corrire in cella ad abbracciarci coll’ arbore della croce, in cercare la visione invisibile che non vi può esser tolta; perocché 1’ affetto e la carità, se noi non vogliamo, mai si perde. Or che dolce diletto sarebbe ad essere perseguitato per Cristo crocifisso?

Di questo voglio che vi dilettiate per qualunque modo.

Dio vi dà croce, non eleggendola a vostro modo, ma a modo di colui che ve la dà, riputandovi indegni di tanta grazia, quanta è ad essere perseguitati per Cristo crocifisso. Sappiate, figliuoli miei dolci in Cristo Jesù, che questa è la via dei santi che seguitarono la via dì Cristo; altra via non ci è che ci menasse a vita.

E però voglio, che con ogni solhcitudine e con odio santo di voi medesimi, voi vi studiale di seguitare questa dolce e dritta via al luogo santo deU’orazione, date buona sollicitudin

e perseveranzia, mentre clic Jq Spirito Santo ve la porge: non.sia schifata, nò fug-

[p. 121 modifica]1 21 gita da voi, se la vita ne dovesse andare: per tenerezza, nè per compassione di corpo non lassale mai, perchè il dimonio non vorrebbe altro se non privarci dell’ orazione, o per compassione di noi del corpo proprio, o per odio di mente, e però per veruna di queste cose dobbiamo lassare 1 esercizio dell’orazione, rua col pensiero della bontà di Dio, cognoscendo noi difelluosi cacciamo le cogitazioni del dimonio e la tenerezza di noi; nascondetevi nelle plaghe di Cristo crocifisso: amatevi insieme per Cristo crocifisso, non temete di cosa che avvegna. Ogni cosa potrete per Cristo crocifisso, che farà in voi, che vi confortare.

Siate obbedienti infino alla morte di ciò che vi fusse imposto, che vi fusse più grave: non schifate il frutto per fuggire fatica. Poniamo che d’ alcuna cosa il dimonio ve la farebbe sentire e schifare sotto colore di virtù, dicendo: questa era la consolazióne dell’anima mia, ed accrescimento di virtù in me: non gli credete, ma confidatevi e tenete che quello che Dio vi donava per mezzo di quella consolazione, vi darà puramente per sè medesimo per la sua bontà. Sapete bene, che una fòglia d’arbore senza la providenza sua non cade!

sicché ciò che egli permette al dimonio o alle creature che facciano a noi, è fatto colla sua providenzia per necessità della nostra salute, o per accrescimento di perfezione. Adunque a riverenzia voglio che l’abbiate.

Spogliatevi il cuore e l’affetto, eziandio delle cose temporali di fuore da quello che vi bisogna per la vostra necessità. Vestitevi di Cristo crocifìsso, ed inebriatevi del sangue suo, ivi trova rete la letizia e pace compiuta. £*ìon dico più. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Amatevi, amatevi insieme. Jesù dolce, Jesù amore. [p. 122 modifica]Annotazione alla Lettera 60.

(A) La famiglia de’1 Malavolli è delle antichissime di Siena, ed illustre per molti pregi, e d’essa ci tornerà in concio di favellare più alla distesa in altro luogo.