Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 112
Questo testo è incompleto. |
◄ | Lettera 111 | Lettera 113 | ► |
129 A FRATE BARTOLOMEO DOMINICI dell’ordine de’predicatori in asciano.
I. Desidera vederlo illuminato con perfetto lume e valore di Spirito Santo e con vera sapienza per convertire F anime a Dio, mostrandoli come ciò s’ottiene colla considerazione della divina carità verso di noi, e del sangue di Gesù Cristo.
II. Lo rar..uag!ia, com’era incerta della sua venuta per le sue indisposizioni; o finalmente gli raccomanda alcuni negorj di certi suoi figliuoli e sorelle.
%lctUxix 112» Al nome di Jesà Cristo crocifissodi Maria dolce L& voi, dilettissimo e carissimo fratello e figliuolo mio in Cristo Jesù. lo Catarina, serva e schiava de’servi di Dio, scrivo e contortovi nel prezioso sangue del Figliuolo suo, con desiderio di vedere in voi adempita quella parola che disse il nostro Salvatore a’discepoli suoi, cioè: voi sete luce del mondo ed il sale della terra; co/i desidera l’anima mia con grandissimo desiderio, che voi siate voi quello figliuolo alluminato del lume e calore dello Spirito Santo, condito col sale del vero cognoscimento e della vera sapienzia, sicché cacciate con perfetta sollicitudine il peccato e le dimonia delle tenebrose anime delle crea-
i3o ture: ma non veggo che questo poteste ben fare, nè avere, nè adempire il mio desiderio, se non per continuo ed affocato amore, e per lo continuo accostarvi ed unirvi senza negligenzia nel vero lume e sapienzia, fuoco e calore della divina carità, il quale fu manifestato a noi per l’unione cbe Dio fece coll’ uomo: e dico, figliuolo mio dolcissimo, che non sarà neuna anima che ragguardi Dio diventato uomo corso all’obrobrio della santa croce, e versando 1* abbondanzia del sangue suo, che non attenga e participi, ed ernpisi di vero amore; e così si diletterà - del cibo del quale Dio si dilettò, e sarà mangiatore e gustatore dell’anime. Questo è un cibo di tanta dolcezza e suavità che ingrassa.l’anima, e d’altro non si può dilettare!
dicovi che i vostri denti debili saranno qui fortificati, sicché potrete mangiare i bocconi grossi e piccoli.
Mettetevi, dunque virilmente a fare ogni cosa, e cacciare le tenebre e fondare la luce, non ragguardando alla nostra debilezza, ma pensate per Cristo crocifisso, potrete ogni cosa. Io vi starò dallato, e mai non mi partirò da voi con quella visione invisibile che fa fare lo Spirito Santo, perocché visibilmente non veggo modo per ora di potere venire, se già Dio non disponesse altro. .
II. Volentieri sarei venuta, se Dio l’avesse conceduto, sì per onore suo e sì per recreazione di voi e di me, che grande mi sarebbe stata; ma perchè il tempo è assai corrotto all’acqua, ed il corpo mio è molto aggravato già più di dieci dì,.intanto che con fadiga vo la domenica alla chiesa, frate Tomaso (//) ha avuta compassione di me, e non gli è paruto che io sia venuta, benché potere non ci sia stalo: farò dunque invisibilmente ciò ch’io potrò: e pensate che se Dio 1’avesse ordinato che io venisse, che io 11011 farci, resistenzia a lui, nò farò. Pregate dunque Dio che ne faccia quello che debba essere più suo onore!
fate che. la pace di coloro che ini scriveste, si faccia prima che ne veniale. 13enedicete confortate tulle
131 coteste pecorelle affamate ed assetate in Cristo Jesù, e ini ssere Biringhieri (/?) e tutta 1’ altra famiglia; e dite loro che non s’nidugino tosto passare i tenebrosi affanni e sollecitudine del mondo, e li iniqui peccati mortali che cogliono la vita, ma acquistin e i grazia ed il lume dello Spirito Santo. Benedicete frate Simone (C) figliuolo mio in Cristo Jesù. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Dite a Neri (D) che sia sollicito a seguitare le vestigie di Cristo crocifisso.
Alessia e Lisa e Cecca vi s\ raccomandano. Jesù dolce, Jesù amore. . f ’ I \ Annotazioni alla Lettera 112.
(A) Frate Tomaso. Fra Tomaso della Fonte suo confessore, di cui si favellò di sopra.
(,B)A rnissere Biringhieri. Di questo s’è favellato nelle annota* zioni alla lettera 44* (C) Frate Simone. Vi questo parlasi nelle annotazioni alla lettera 86.
(D) Dite a Neri. Cioè a Ranieri de’ Pagliaresi, discepolo della santa, di cui s* è altrove favellato, ed assai volte si favellerà.