Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 110
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I 22 A FRATE BARTOLOMEO DOMINICI DELI.’ORDINE DE* FRATI PREDICATORI IN ASCIANO.
I. Desidera vedere io lui una vera fortezzapienezza dello Spirito Santo, per poter predicare la parola di Dio; procurare la salute dell’anime, e vincere tutte le avversità e tentazioni del demonio.che da ciò lo ritardavano.
II. L‘avv,sa d’ altri particolari, e gli raccomanda alcuni suoi figli, e sorelle.
At nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I. voi, dilettissimo e carissimo Figliuolo mio in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’servi di Dio, scrivo e confortavi nel prezioso sangue del Figliuolo suo, con desiderio di vedere in voi tal fortezza ed abondanzia e plenitudine dello Spirito Santo, quale venne sopra a’ discepoli santi, acciocché potiate crescere e fruttificare in voi e nel prossimo vostro la dolce parola di Dio, poiché infuoco dello Spirito Santo fu venuto sopra di loro, essi salsero in su il pulpito dcH’affocata croce, ed ine sentivano e gustavano la fame del Figliuolo di Dio, e l’amore che portava all’uomo, unde allora escivano le parole di loro, come esce il coltello affocato dalla fornace, e con questo 123 caldo fendevano i cuori degli uditori, e cacciavano le dimonia, e perduti loro medesimi, 11011 vedevano loro, ma solo la gloria e l’onore di Dio, e la salute vostra.
Così voi, dolcissimo mio figliuolo, vi prego e voglio in Crislo Jesù, clivi rij osiate in sul pulpito della croce, ed ine al iutto perdiate ed anneghiate voi medesimo con Io insaziabile desiderio, traendo fuore l’affocato coltello, e percuotendo le dimonia visibìli e le invisibili, le quali spesse volte vogliono contristare la coscienzia vostra per impedire il frutto che si fa nella creatura. Non* vi vollele dunque a questo perverso dimoino, e specialmente ora, che è tempo di raccogliere e di seminare. Dite al dimonio che faccia ragione con meco e non con voi. Oltre dunque virilmente, e non dormiamo più, perocché il tempo s* approssima.
II. Ilo ricevuta grande letizia, perchè mi, pare che molto frutto vi si faccia, ed anco d’alcuna buona novella, che frate Raimondo vi mandò, la quale ebbe da messere Niccola da Osimo (A), sopra i fatti del passaggio. Godete ed esultale, perocché i desiderj nostri s’ adempiranno. Non ho tempo di potere scrivere.
diteli, che disponga la bocca del desiderio a ricevere d latte, perocché la mamma ne h mandarà. Stiavi a mente quella fanciulla che vi fu raccomandata di quello testamento, ed anco la mia santa Agnesa (D), se vi venisse incerto, o altro per dare. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Alessia e la perditrice del tempo mollo molto vi si raccomandano. Jesù dolce, Jesù amore.
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(A) Messere Niccola da Osimo. Di Niccolò da Osimo prelato di gran inerito s’è favellato nelle annotazioni alle lettere 39 e /(o, cbe ad esso, vennero dirizzate.
(B) Nanni. Cioè Giovanni, è forse l beato Giovanni di Gabriele Piccolom’ù», domenicano e discepolo della santa.
(C) Il mio figliuolo frate Simone. Veggasi l’annotazione alla lettera 86. .
(D) Là mia santa dgnesa. Intendi le monache della beata Agnese dì Montepulciaco, di cni è detto nelle annotazioni alla lettera 35!
se la santa chiede per loro alcun sussidio di danaro, bisogna credere che fossero in grande necessità.
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