Epistolario di Renato Serra/Alla madre - 13 settembre 1905

Alla madre - 13 settembre 1905

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Mondovì, 13 settembre 1905.


Cara mamma,

ti scrivo tutto sconvolto da un guaio abbastanza grave che mi capita: e non per colpa mia; quasi non bastasse la fatica e lo strapazzo e la spesa di questi giorni.

Al momento della partenza, fra le mille e una cose da fare, c’erano anche i biglietti. Li feci. Ma poi arriva un ordine che ne fa rimanere uno a terra, bisognava perciò pel suo biglietto (che era cumulativo con altri due) far apporre un visto dalla St. di Roma - partito uno in meno - per poi al ritorno presentarlo e ottenere il rimborso. Per mala ventura il fur. magg. mandato a dirmi questo, non lascia che eseguisca io l’incarico ma manda un altro furiere coi biglietti. Chi sa come, questo animale sbaglia biglietto (qui ce ne devo aver colpa anch’io che doveva mostrarglielo bene) non solo, ma invece di far segnare 1 in meno, ne fa segnare 2 in più. Stamattina a Genova io faccio la verifica dei biglietti, e scopro la cosa. Non solo, ma intanto un tenente di servizio al mio treno, si fa dare i miei bigl. per indicarcene la linea e l’orario, e intanto me ne perde uno - da una sola persona. Dopo una timida e vana protesta, ha rimediato aggregando l’uomo a quel bigl. da 6, con cui figuravamo partiti 8.

Ma adesso tornando io credo che dovrò rimborsare tanto il bigl. che non ho risparmiato, quanto quei due che quel buon furiere m’ha aggiunto. Qualche cosa come 27 lire e cent. Fortunato poi se non mi tocchi anche la prigione. Intanto quella 10a di lire con cui avrei pagato il bigl. di 2a e mi sarei fermato mezza giornata a riveder Genova, o Firenze, l’ho messa da parte. Ma mi mancheranno poi le altre 17-18 lire.