Epistolario di Renato Serra/A Luigi Ambrosini - 8 settembre 1905

A Luigi Ambrosini - 8 settembre 1905

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A Luigi Ambrosini - 8 settembre 1905
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Roma, 8 settembre 1905.


Mio carissimo,

Ho avuto le nuove bozze, le ho lette ed ecco ti scrivo1. Che cosa? che l’Orto è la più bella cosa che tu abbi ancor fatta, e ha un sapore e una forza che m’ha empito di gioia il cuore come da un pezzo non m’accadeva. Sono andato leggendolo a chi primo ho trovato - ed ora un buono artista e fine conoscitore di poesia - godendomi a colorigrgli con la mia voce le virtù di quei versi e godendomi come cosa mia la sua ammirazione. Difetti ce ne sono. E nei sonetti: così leggeri e saldi e franchi, e ricchi di vizi, ma puliremo, limeremo, ceselleremo insieme. L’oro regge a tutto e non si perde. T’abbraccia il tuo.

Note

  1. Sono le bozze del volumetto Terra pubblicato da Zanichelli a Bologna, 1908. Trentuna pagina, nove poesie. Notevoli le trentasei quartine dal titolo L’orto.