Epigrammi (Rapisardi)/I
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Mario Rapisardi - Epigrammi (1888)
I
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I.
Alte cose cantai mentre l’ardita
Gioventù mi fioría, nè mi fu scarso
D’ardenti plausi e d’ire invide il mondo.
Umili cose in tenui versi io canto
5Or che l’età dechina, e le gelose
Cime abbandono sorridendo altrui.
Così gli aerei boschi al rigor novo
Di borea lascia e si raccoglie a valle
L’etneo pastore. A sè mi chiama, il sento,
10La terra, e cara ho la sua voce. Posa
Nell’estivo meriggio il sonnolento
Borgo; abbagliato dall’intensa luce
L’occhio e il pensier si perde; e immoto, assorto
Nella raggiante azzurrità, l’eterna
15Pace io presento che di là mi aspetta.