IV
Alla medesima.

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III V
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Sul carro tuo, da passeri condotta,
     Per corso aereo a Giove t’estollesti,
     E cadde al Nume, allor che sorridesti,
     La folgore di mano estinta e rotta.
Ecco, allorquando intenebrato annotta,
     Dal ciel tu scendi, i talami ridesti.
     Tu lieti fai gli umani petti mesti,
     Spiri de’ vati sulla lira dotta,
Che dolce e arcana una letizia infonde,
     Mesci gioia e velen nel core umano
     Tu della terra donna e tu dell’onde.
Spirami, dea: delle tue gioie parte
     Svelami, ridi, porgimi la mano...
     Ma parlo al marmo? Oh! illusïon dell’Arte.