Elementi/Dedica
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ALL’ORNATISSIMO D’OGNI
VIRTV, IL SIGNOR FRANCESCO LABIA,
SIGNOR SVO OSSERVANDISS.
CVRTIO TROIANO S.
VIRTV, IL SIGNOR FRANCESCO LABIA,
SIGNOR SVO OSSERVANDISS.
CVRTIO TROIANO S.
P
Erche vediamo honoratissimo Signor mio, come la natura ci ha formato la parte interna di tal sorte, che chi o per naturale vivacità o per dottrina conosce le conditioni de gli huomini, sa molto bene di esser tenuto di far piacere all’huomo delqual solo si vede essere corrispondente nel comunicare i benefici, io che per divina gratia, sempre mi sono compiacciuto di giovare, per le forze mie, al stato humano, ho fatto con molta diligenza stampare l’Euclide in lingua volgare, tradotto da Nicolo Tartaglia Brisciano, huomo nelle Mathematice dottrine, tanto eccellente & raro, per scientia & pratica, che i dotti di tale arte tengano per fermo lui solo haver inteso le sottilità & le oscure sententie di Euclide, & anco i veri fondamenti della Mathematica, ne’ quali hanno preso tant’errore quelli che avanti lui si sono avantati di haverlo fin dalle radici ottimamente inteso; il che si vederà nel suo comento dottissimo. Et volendo io dedicare una tale dottrina la più ferma & chiara di tutte le altre arti liberali, a persona, che per sue virtú, bontà d’animo, & ornamenti dell’intelletto la dovesse haver cara: voltandomi per l’animo di molti nobili ingegni a quali si potrebbe invitare, fermai il pensiero in vostra Sig. laqual ha mostrato tanto amorevole affetto verso quasi ogni sorte di dottrina, che havendosi dato prima alle considerationi logicali, dopoi alle speculationi naturali, ha voluto ancora passeggiare per la Theologia, & finalmente s’è redotta alle mathematice come a dottrina certissima & chiara, la quale, perche ferma i suoi principij in cose, che da niuno possono esser negate, si dimostra d’ogn’altra più scientifica e vera. Et quantunque tali ornamenti di V. Sig. vi fanno degno di maggior laude, di quella ch’io le posso dare con la mia dedicatione, nondimeno io non mi ritrarò di inviarle la mia fatica, perche essendole io amorevolissimo servitor, tengo per certo che quella, mirando all’affetto del cor mio, aggrandirà il mio dono, riputandolo assai più di quanto egli sia in effetto: così per vostra bontà, il mio libro venirà ad esservi grato, & con questo caminerà securo sotto la protettione di Vostra Sig. laquale, se tenerà me in quel conto, che merita l’amor mio verso di lei, mi darà animo di stampare altre simil cose, tutte utili ad illuminare gli intelletti humani: si che in tal modo si venirà a giovare al mondo, & ad illustrare il nome di quello Auttore, la cui dottrina di maniera per se stessa lampeggia, che essendo posta in luce, manderà per l’universo i suoi raggi tanto chiari, che qualunque letterato, ne prenderà una picciola scintilla, gli parerà di vedere un chiaro Sole, che gli illustri l’intelletto a comprender meglio ogn’altra dottrina. Accetterà adunque V. Sig. me con l’opera istessa, laquale mi rendo certo, che sarà gratissima al vostro alto intelletto, si perche essa dottrina si manifesta anco a i sentimenti, come ancora perche Vostra Sig. ne prenda diletto. Et con questo, pregandole ogni felicità, me le ricomando di core.