Educazione del baco da seta/Capitolo II/Articolo I
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articolo primo
Dell’alimento da somministrarsi al baco.
Il baco da seta, come ogni altro insetto la cui vita è sottoposta a qualche mutamento di forma per acquistare il proprio stato perfetto, percorre lo stadio di larva quasi adoperandosi senza posa per raggiungere lo stato di farfalla; esso adunque abbisognerà di un continuato alimento, e ciò ancora più nelle prime età di questo stadio, essendo che ne’ primordi della vita tutte le funzioni si esercitano assai più rapidamente che non sia dappoi: e quindi allora, una pronta assimilazione determinando frequenti evacuazioni di materie ridotte inutili, l’organismo del baco soffrirebbe un troppo grave dispendio qualora non gli si concedesse un pronto, continuo e sostanzioso alimento.
In generale quindi sicuro sarà il giudizio sulla evenibile riuscita di un’essere organico qualunque, quando sia basato sulla quantità e qualità dell’alimento offertogli ne’ primordi della sua vita. E come ne’ vegetali i concimi meglio agiscono sulle piante giovani che sulle adulte, così negli animali vediamo esser sempre miseri ed infermi quelli che in tenera età ebbero scarso o cattivo nutrimento; poichè egli è ne’ primi momenti della vita che si determinano le condizioni del futuro sviluppo. Ora noi facendo anticipare la nascita al baco e sommistrandogli la foglia ancor tenera, e molte volte anche scarsa, come succede nelle primavere fredde o piovose, sembra che ci studiamo di porlo nelle condizioni le più sfavorevoli al suo primo buon sviluppo; e per conseguenza non di rado vediamo, in tali circostanze, fin dalle prime età molti bachi presi da cachessia.
L’uso poi di tagliare troppo minutamente la foglia è riprovevole, perchè così la foglia non presenta un sufficiente punto d’appoggio al baco da potersene agevolmente alimentare, e perchè inoltre la foglia assai prontamente disecca, tenendo noi nei primi giorni i locali ad una elevata temperatura, ed essendo la foglia ancor tenera sottile e poco consistente, e, divisa poi anche in tal modo, presenta una maggior superficie all’azione del calore, e lascia quindi sfuggire facilmente quel poco d’umore che ancora non venne spresso fuori dall’operazione stessa del tagliarla. Dippiù il baco difficilmente addenta la foglia ove questa subì il taglio, perchè ivi resta annerita per l’ossido di ferro prodotto dall’azione dell’acidità della giovane foglia sul ferro del tagliente; quindi il baco più volontieri s’attacca alla pagina superiore od inferiore della foglia, e specialmente alla inferiore che ha l’epidermide più sottile, per cui più facilmente ei può arrivare al parenchima, o sostanza della foglia, lasciando anzi molte volte intatta l’epidermide della pagina superiore, come può osservarsi nelle foglie intere che si sovrappongono alla semente che sta nascendo. Alcuni sostengono doversi tagliar finissima la foglia onde meglio distribuirla quando i bachi sono piccolissimi; ma siccome con ciò non tolgonsi gli altri gravi inconvenienti, nè si ha molto risparmio di tempo1, parmi sia ancor meglio il sovraporvela intiera; perchè allora la distribuzione riesce più facile a tutti, occupando i bachi ancor poco spazio; perchè più facilmente potrebbersi diradare e trasportare ove fossero troppo fitti; perchè più soffice e più asciutto resterebbe il letto; e finalmente perchè la foglia, non essendo nè schiacciata, nè tagliata, men presto essiccando, presenterebbe naturalmente al baco un nutrimento migliore e più continuato, risparmiando a noi l’incomodo di qualche pasto, e soddisfacendo per esso ad uno de’ primi bisogni della vita. Giovevole poi sarebbe l’usanza Chinese di aspergere la foglia somministrata al baco con farina di riso o con polvere di foglie secche di gelso, poichè in tal modo esso acquista una maggior robustezza di corpo, divien più sodo al tatto, ha evacuzioni più consistenti (vantaggio per la meno facile fermentazione dei letti), ed ottiensi per ultimo un bozzolo assai più pesante, lucido e compatto. Questi vantaggi, che sono incontrastabili dietro le prove de’ Chinesi e dietro quelle a tal scopo istituite dal sig. Bonafous colle farine di riso, frumento, frumentone e patata, sembrami da non doversi trascurare; potendosi così in parte supplire alla scarsezza o poca consistenza della foglia e diminuire i casi d’Idroposia, Giallume e Negrone, malattie in gran parte dovute, come si dirà, alla cattiva nutrizione.