E qual arte divina
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SOPRA UN DISCO
RAPPRESENTANTE VENERE
E qual arte divina
Espresse in questa pietra
La tranquilla marina?
Qual uomo di quaggiù ratto sull’etra
Dalla superna idea
Tolse l’esempio, e in nova e pellegrina
Forma ritrasse qui la cipria Dea?
Ella nell’acque asconde
Quel, che non lece agli occhi unqua mirare,
E per le tacit’onde
Com’alga nuota lievemente, e pare
Che innanzi al mover suo si fenda il mare.
Già sopra il petto roseo
Sino al tenero collo il flutto s’alza,
Cui maggior flutto incalza;
E qual tra le viole il fiordaliso,
Tal splende Citerea
Nel mobil solco da sue man diviso;
Con mentiti sembianti
Gli amori insidïosi
Erran sul dorso dei delfin saltanti,
E de’ pesci squamosi
L’argenteo stuol qua e là scherza e s’aggira:
Nuota intanto la Dea,
E mentre gli occhi gira
Soavemente intorno
Il ciel s’allegra e si raddoppia il giorno.
C.