Dovunque eo vado o vegno o volgo o giro
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Questo testo fa parte della raccolta I. Rustico Filippi
XXXV
Piangendo chiede pietá alla sua donna.
Dovunque eo vado o vegno o volgo o giro
a voi son, donna mia, tuttor davanti;
e, s’eo con gli occhi altrove guardo o miro,
4lo cor non v e*, poi ch’io faccio i sembianti.
E spesse volte si forte sospiro,
che par che ’l cor dal corpo mi si schianti;
allor piango e lamento, e non m’adiro,
8ma li ilici occhi bagno tutti quanti.
E dolzemente faccio mio cordoglio,
tuttor, mia donna, a voi merzé chiamando,
11umile-mente piú, quant’eo piú doglio.
Durar non posso piú disiderando;
non aggio ili voi quello, eh aver soglio;
14morrò per voi piangendo e sospirando.