Donne e Uomini della Resistenza/Rubes Triva
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Rubes Triva
Nato a Mantova il 16 febbraio 1921, deceduto a Modena il 29 dicembre 2001, amministratore locale, presidente dell'ANCI, parlamentare comunista.
Diplomatosi maestro elementare, aveva partecipato alla lotta di Liberazione facendo parte del CLN di Modena in rappresentanza del PCI, al quale aveva aderito nel 1944. Dopo la vittoria contro il nazifascismo era stato nominato dal CLN assessore al Comune di Modena e fu poi vice presidente della Provincia, dal 1951 al 1960. Era quindi succeduto ad Alfeo Corassori, sindaco della Liberazione. Deputato alla Camera per il PCI dal 1973 e presidente dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, Rubes Triva ha guidato la città di Modena per undici anni, stimolandone la crescita con le scelte di sviluppo dei servizi sociali e culturali dell'amministrazione pubblica. Fu promotore del "Festival nazionale del libro economico"; avviò la politica degli asili nido, delle scuole dell'infanzia e del tempo pieno nelle scuole elementari; fu motore di iniziative per lo sviluppo economico della città emiliana. Dotato di grande intuito, seppe sempre coglierne in anticipo le necessità, aprendo la strada verso la conquista dei primi posti nella graduatoria nazionale del benessere civile ed economico. La ricchezza della sua esperienza di vita è testimoniata dai tanti incarichi che ha ricoperto: in Parlamento, dove fu riconfermato fino al 1987; nella presidenza dell'ANCI; nella direzione della politica degli enti locali del PCI, interpretando sempre al meglio la sua funzione di uomo pubblico e di dirigente politico. Nell'ultimo decennio della sua vita, Triva era entrato negli organi dirigenti dell'ANPI, in qualità di membro dell'esecutivo provinciale e della redazione di Resistenza Oggi . Aveva aderito ai DS ed era stato delegato all' ultimo congresso di Modena, a cui non aveva potuto partecipare per ragioni di salute. La sua salma riposa nel cimitero di San Cataldo, accanto alle tombe di altri due sindaci di Modena, Mario Del Monte e Pier Camillo Beccaria.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia