Donne e Uomini della Resistenza/Roberto Vatteroni
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Roberto Vatteroni
Nato a Carrara il 1° aprile 1926, deceduto a Roma il 5 aprile 2008, Segretario Nazionale dell'ANPI fino al 2006, alla sua scomparsa ricopriva la carica di componente della Presidenza Onoraria nazionale, Medaglia d'oro al Valor militare.
Aveva soltanto diciassette anni e frequentava ancora l'Istituto Tecnico quando fu annunciato l'armistizio. Il ragazzo - nonostante non rischiasse, per la sua età, la chiamata alle armi nella repubblica di Salò - poco dopo l'8 settembre 1943 si unì volontariamente ai partigiani della zona, entrando nella "Banda Ulivi" . Il 17 agosto 1944, i patrioti della "Ulivi" ebbero a Bardine di San Terenzo (Carrara) un drammatico scontro con i tedeschi, durante il quale il ragazzo fu gravemente ferito. Il suo comportamento di quel giorno e quello durante tutta la Guerra di liberazione, gli è valsa la massima ricompensa a valor militare con questa motivazione: "Organizzatore ed animatore infaticabile sapeva infondere ai suoi partigiani la stessa indefettibile fede e lo stesso indomito valore che furono suo patrimonio durante la dura lotta per la liberazione della Patria. Durante l'attacco ad un munito caposaldo tedesco guidava audacemente i compagni nella furibonda lotta e, benché due volte ferito, rifiutava ogni soccorso per non abbandonare il campo della battaglia. Portatosi a stento ove più ferveva la mischia, agitando il sanguinante moncherino di un braccio orrendamente mutilato, incitava i compagni a continuare la lotta fino al raggiungimento della vittoria". Successivamente la formazione di Vatteroni divenne la Brigata " Gino Menconi " (dal nome del dirigente comunista, bruciato vivo dai tedeschi nel Parmense, proprio nel giorno del ferimento dello studente), e Vatteroni, nonostante la mutilazione, partecipò a tutte le azioni contro i nazifascisti. Malgrado fosse giovanissimo, gli fu anche affidato l'incarico di Ispettore di Divisione. Dopo la Liberazione è stato eletto vicepresidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia