Donne e Uomini della Resistenza/Riccardo Bauer

IncludiIntestazione

26 luglio 2014 25% Da definire

Riccardo Bauer

Nato a Milano il 6 gennaio 1896, morto a Milano il 15 ottobre 1982, laureato in scienze economiche.

Aveva partecipato da volontario alla guerra 1915-18, nel corso della quale fu più volte ferito e decorato. Tornato a dirigere il Museo sociale della Società Umanitaria di Milano, di cui fu segretario dal 1910, ne fu cacciato dai fascisti nel 1924. Aveva collaborato alla Rivoluzione Liberale di Piero Gobetti e, dopo aver fondato con Ferruccio Parri e altri il settimanale Il Caffè , ne aveva fatto una palestra di opposizione al regime (va ricordato, tra l'altro, che Bauer fu uno degli organizzatori della fuga dall'Italia di Filippo Turati). Dopo la promulgazione delle "leggi eccezionali", l'intellettuale antifascista fu più volte arrestato e, nel 1927, confinato a Ustica e a Lipari. Tornato libero nel 1928, Bauer riprese l'attività clandestina e, con Ernesto Rossi ed altri, organizzò il movimento "Giustizia e Libertà", dal quale sarebbe poi nato il Partito d'Azione. Nell'ottobre del 1930, nuovo arresto e, l'anno successivo, la condanna a venti anni di reclusione da parte del Tribunale speciale, al quale, prima del processo, aveva indirizzato una nobile lettera nella quale, tra l'altro, scriveva: "Chiamato a render conto della mia opera a favore del Movimento Giustizia e Libertà, non intendo presentare una memoria scritta che valga a mia difesa, ché difendermi non curo, davanti a un Tribunale di natura essenzialmente politica, dopo aver rivendicata la piena responsabilità della mia attività avversa al regime. Anche in Italia non tarderanno a sorgere giorni di libertà e di vera dignità morale". Bauer tornò libero soltanto dopo la caduta del fascismo, e poté così prendere parte al primo convegno clandestino del Partito d'Azione. Dopo l'armistizio fu tra i principali organizzatori della Resistenza, capo della Giunta militare del PdA a Roma e membro del Comando generale. All'indomani della liberazione della Capitale, raggiunse l'Italia settentrionale ancora occupata, per continuare la lotta come uno dei dirigenti delle formazioni partigiane azioniste. Dopo la Liberazione, Bauer fu consultore nazionale e presidente del Comitato consultivo del PdA. Quando il partito si sciolse, tornò al lavoro alla Società Umanitaria, che lasciò durante il Sessantotto, passando a dirigere sodalizi come la Lega italiana per i Diritti dell'uomo, la Società per la Pace e la Giustizia internazionale, il Comitato italiano per l'universalità dell'Unesco. Riccardo Bauer ha lasciato numerose opere, alcune publicate postume. Dopo la sua morte è stata creata una Fondazione che reca il suo nome. A Milano, in piazzale Cadorna, lo ricorda una targa marmorea, sulla casa al civico 4 che aveva abitato per mezzo secolo.