Donne e Uomini della Resistenza/Raffaele Persichetti

Raffaele Persichetti

Nato a Roma il 12 maggio 1915, caduto a Roma il 10 settembre 1943, insegnante, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Figlio di Giulio, un famoso chirurgo romano, aveva ottenuto la licenza liceale da privatista al Liceo "Mamiani". Si era quindi iscritto a Lettere e, dopo la laurea, frequentato il corso allievi, era diventato ufficiale di complemento nel 1° Reggimento "Granatieri di Sardegna". Terminato il servizio militare, Persichetti si era dedicato all'insegnamento. Professore di storia dell'arte, prima all'Istituto "De Merode" e poi al "Liceo "Visconti", si era fatto apprezzare dai suoi allievi per le sue doti d'intellettuale e di democratico. Nella primavera del 1940, quando un manipolo di fascisti irruppe al "Visconti" per costringere studenti e insegnanti a partecipare ad una manifestazione a favore della guerra, il professor Persichetti accorse in difesa di un collega sacerdote malmenato e fu a sua volta duramente colpito al capo a bastonate. Pochi mesi dopo, richiamato alle armi, fu inviato prima sul Fronte occidentale e poi su quello greco-albanese, come tenente dei "Granatieri di Sardegna". Rimpatriato per invalidità, nel maggio del 1942 il giovane ufficiale fu collocato in congedo assoluto. A Roma, Persichetti prese contatti con gli antifascisti del Partito d'Azione e quando, l'8 settembre 1943, fu annunciato l'armistizio, fu tra i primi ad organizzare la resistenza armata contro i tedeschi. Cadde combattendo a Porta San Paolo. Questa la motivazione della ricompensa al valore conferita alla memoria del giovane insegnante: "Ufficiale dei granatieri invalido di guerra, all'atto dell'armistizio con gli alleati si schierò generosamente e volontariamente contro l'oppressore tedesco, favorendo ed organizzando la partecipazione di suoi amici e della popolazione alla lotta armata della Capitale. In abito civile e sommariamente armato accorse poi sulla linea di fuoco dei suoi granatieri, schierati in battaglia contro superiori forze tedesche. Prode fra i prodi, incitò con la parola e con l'esempio i commilitoni all'estrema resistenza fino a che, colpito a morte, immolava la sua giovane vita nella visione della Patria rinata alla libertà".