Donne e Uomini della Resistenza/Pasquale Colagrande

Pasquale Colagrande

Nato all'Aquila il 7 marzo 1911, fucilato a Ferrara il 15 novembre 1943, magistrato.

Nel settembre del 1938 il giovane magistrato era stato inviato a Ferrara come sostituto procuratore del re. Di sentimenti democratici, non aveva tardato a prendere contatto con gli antifascisti del luogo e, nel 1941, aveva aderito al Partito d'Azione clandestino, che avrebbe poi rappresentato nel primo CLN di Ferrara, costituitosi dopo l'8 settembre 1943. Alla caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, Colagrande si affrettò a recarsi di persona alle carceri di Piangipane, ordinando l'immediata scarcerazione di tutti i detenuti politici che vi erano trattenuti. Questo suo gesto non fu dimenticato dai fascisti ferraresi che, un mese dopo l'armistizio, arrestarono il procuratore insieme con altri resistenti. Rinchiuso in carcere, Colagrande rifiutò di evadere secondo la proposta che gli aveva fatto il direttore della prigione che, tenendo in considerazione il ruolo del magistrato, avrebbe chiuso un occhio. "Salvarsi? O tutti o nessuno" rispose il prigioniero che, nella notte tra il 14 e il 15 novembre fu fucilato con altri dieci patrioti davanti al Castello estense di Ferrara, dove una lapide lo ricorda con i suoi compagni di martirio. La strage fu perpetrata dai repubblichini per ritorsione all'uccisione del federale di Ferrara, Igino Ghisellini, che molto probabilmente fu vittima di una faida tra fascisti. Del sacrificio di Colagrande, Piero Calamandrei ebbe, a suo tempo, a parlare in questi termini: "Pareva che dicesse il magistrato: la Legge, anche quella del sacrificio, è uguale per tutti. E poiché gli altri non si salvarono, egli uscì dalla porta del carcere, a passo sicuro, incontro al plotone di esecuzione, prima di tutti gli altri". Il 22 novembre 2005 la città dell'Aquila ha ricordato con una solenne cerimonia (era presente anche il vice presidente del Consiglio superiore della Magistratura, Virginio Rognoni), il sacrificio di Pasquale Colagrande e del suo amico magistrato Mario Tradardi , caduto combattendo contro i tedeschi sulla "linea Gotica". A Colagrande sono state intitolate vie a Ferrara e all'Aquila.