Donne e Uomini della Resistenza/Maria Pia Galderisi
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Maria Pia Galderisi
Nata a Genova il 12 novembre 1924, deceduta ad Asti il 1° novembre 2010, staffetta partigiana, attivista dell’ANPI.
Il padre si era trasferito in Liguria dalla provincia di Ferrara e a Genova aveva sposato una ragazza di origini abruzzesi. I Galderisi avevano avuto due figli Duilio, nato nel 1918, e Maria Pia che, ancora piccolissima, era rimasta orfana del padre e si era affezionata quasi morbosamente al fratello. Quando Duilio era stato chiamato per il servizio militare, la bambina non se ne era data pace. La situazione divenne ancor più drammatica quando, il 4 settembre 1944, la mamma di Maria Pia morì durante un bombardamento su Genova.
Orfana dei genitori, Maria Pia, (che sapeva il fratello essere nelle Langhe, dove si era recato al momento dello sbandamento del suo reparto di Alpini), decise di rintracciarlo ad ogni costo. Cominciò così una pericolosa ricerca che si concluse con il ritrovamento del fratello e con l’incontro col futuro marito.
Duilio, col nome di battaglia di “Cobra” comandava nelle Langhe un distaccamento della XVI Brigata Garibaldi “ Generale Perotti ”; a capo della Brigata c’era “Perez” (l’astigiano Francesco Rosso), che dopo la Liberazione sarebbe diventato suo marito a Genova e che per quarant’anni avrebbe presieduto ad Asti l’Associazione nazionale partigiani italiani. L’affetto per “Cobra”, che sarebbe presto diventato profonda convinzione, induce la ragazza a farsi staffetta nel gelido inverno 1944-45. Maria Pia è con altre giovani, pressappoco della sua età; sino alla Liberazione si impegnerà con loro nella lotta contro i nazifascisti.
Una lotta per la libertà e la democrazia che vedrà Maria Pia impegnata, per tutti gli anni a venire, accanto al comandante “Perez”; che non la vedrà mai assente alle celebrazioni del 25 aprile. Nel 2010, costretta dalla malattia, Maria Pia ha sfilato in carrozzella, tenendo bene in vista le Medaglie d’argento al valor militare che nel dopoguerra sono state attribuite a suo marito e a suo fratello.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia