Donne e Uomini della Resistenza/Manfredi Azzarita
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Manfredi Azzarita
Nato a Venezia il 19 luglio 1912, ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, capitano di cpl di Cavalleria, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Dopo l'8 settembre 1943 fu, tra i militari, uno dei più attivi animatori della Resistenza romana. Collegato al Comando della V Armata americana, allacciò contatti con altre organizzazioni antifasciste clandestine nella Capitale e col "governo del Sud", stabilendo un efficiente servizio di informazioni. In seguito ad un'informazione, strappata dai tedeschi a un prigioniero sottoposto a sevizie, Manfredi Azzarita fu arrestato, una settimana prima della strage delle Ardeatine, dalle SS. Nonostante le torture, l'ufficiale non parlò e fu messo a morte con altri 334 Martiri. La MdO alla memoria gli è stata concessa con questa motivazione: "Fu valoroso combattente sui fronti di guerra, apprezzato ufficiale presso lo S.M.R.E. ove gli vennero affidati incarichi di particolare fiducia, fra cui quello presso il generale inglese Carton de Wiart durante i preliminari delle trattative di armistizio. Insofferente dell'occupazione tedesca, dopo l'8 settembre '43 si prodigò in Roma e dintorni per organizzare gruppi e movimenti armati clandestini, dimostrando fermezza di propositi, decisione e carattere adamantino. Arrestato dalle SS germaniche fu tradotto e imprigionato nelle celle di via Tasso, ove venne atrocemente seviziato. Non rivelò nessun segreto dell'organizzazione militare cui apparteneva e si addossò fieramente ogni responsabilità. Trucidato barbaramente alle Fosse Ardeatine, trovò gloriosa morte, suggellando il suo amore e la sua fede per la Patria". A Manfredi Azzarita sono state intitolate piazze e strade a Bologna e a Roma. Nella Capitale, porta il suo nome un Liceo scientifico statale che, nel 2003, ha ospitato la mostra "Idee e passioni del 900" sui fratelli Venegoni . Anche una scuola di Bari, dove il padre di Azzarita aveva diretto un quotidiano locale, è stata intitolata al valoroso ufficiale.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia