Donne e Uomini della Resistenza/Luigi Berni
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Luigi Berni
Nato a Bagno di Romagna (Forlì) nel 1894, trucidato al Passo delle Radici (Lucca) il 29 settembre 1944, contadino, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Antifascista, dalla Romagna si era trasferito in Garfagnana e quando ebbe inizio la Resistenza, nonostante la numerosa famiglia e la non più giovane età, si era dato alla lotta contro i nazifascisti. Catturato dai tedeschi mentre, con un binocolo, seguiva le loro mosse durante un rastrellamento a Castelnuovo in Garfagnana, Berni fu consegnato ai "repubblichini". I fascisti, per carpirgli informazioni, lo torturarono inutilmente per giorni. I brigatisti neri finirono per legare il prigioniero ad un automezzo germanico e lo trascinarono, con una corda al collo, lungo la strada che da Castiglione conduce a Cerageto. In località Terrarossa del Passo delle Radici, gli aguzzini si accorsero che stavano ormai trascinando un cadavere sfigurato e abbandonarono Berni ai margini della strada. Nel 1994, il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, ha concesso a Luigi Berni la massima ricompensa al valore con questa motivazione: "Fiero oppositore della dittatura fascista, dopo l'8 settembre 1943 si prodigava nell'azione informativa a favore del movimento partigiano. Benché esente da obblighi militari, decideva egualmente di lasciare la sua numerosa famiglia per partecipare attivamente alla lotta di liberazione, distinguendosi in numerose operazioni per capacità, valore ed entusiasmo, rappresentando, specie tra i giovani, un esemplare riferimento. Nell'ultima di queste azioni, attardandosi per meglio seguire i movimenti di una robusta formazione tedesca, veniva sorpreso e catturato. Consegnato alle brigate nere, veniva sottoposto a feroci ed estenuanti torture. Fieramente determinato a non rivelare in nomi dei suoi compagni, si strappava coi denti le vene dei polsi e, a scherno dei suoi torturatori, scriveva col suo sangue sul muro della cella: "Non vi ho tradito. I miei nemici li conoscete. Sangue del Berni". Rinvenuto dai suoi aguzzini ormai esangue, subiva ancora percosse, e trascinato con una corda al collo per alcuni chilometri, veniva abbandonato al bordo della strada. Fulgido esempio di lealtà, spregio del pericolo e amore della Libertà".
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia