Donne e Uomini della Resistenza/Lidia Rolfi Beccaria
Questo testo è incompleto. |
Lidia Rolfi Beccaria
Nata a Mondovì (Cuneo) l'8 aprile 1925, deceduta a Mondovì il 17 gennaio 1996, maestra elementare.
Al momento dell'annuncio dell'armistizio, insegnava in un paesino della Val Varaita. La "Maestrina Rosanna", come l'avrebbero chiamata i suoi compagni, aderì subito al movimento partigiano, diventando staffetta della costituenda XV Brigata Garibaldi "Saluzzo". Il 15 aprile 1944 Lidia Rolfi fu arrestata dai fascisti a Sampeyre (Cuneo). Rinchiusa prima nel carcere di Saluzzo, fu poi trasferita alle Carceri Nuove di Torino. Vi sarebbe restata sino alla notte tra il 25 e 26 giugno, quando i nazifascisti ne decisero la deportazione in Germania. Rinchiusa nel lager di RavensbrŒck, la giovane insegnante riuscì a sopravvivere sino al sopraggiungere degli Alleati. Liberata e rientrata in Italia il 1° settembre 1945, Lidia Rolfi riprese l'insegnamento all'Istituto Magistrale di Mondovì, ma senza rinunciare all'impegno politico. Consigliere comunale e assessore in rappresentanza del PSI, ha sempre lavorato anche per l'Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l'Associazione nazionale ex deportati. Sulla sua esperienza nel lager, Lidia Rolfi Beccaria ha pubblicato per l'Einaudi, poco prima di morire, il libro L'esile filo della memoria . Nel 1978, sempre con Einaudi, aveva pubblicato Le donne di RavensbrŒck. Testimonianze di deportate politiche italiane , scritto con Anna Maria Bruzzone. Nel 1997 uscì postumo il suo Il futuro spezzato. I nazisti contro i bambini , edito da Giuntina, con la prefazione di Primo Levi.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia