Donne e Uomini della Resistenza/Libero Pierantozzi

Libero Pierantozzi

Nato Roseto degli Abruzzi (Teramo) il 3 aprile 1922, deceduto a Velletri (Roma) nel novembre del 1976, combattente nel Corpo di Liberazione Nazionale, giornalista e dirigente politico comunista.

Figlio di Giovanni Pierantozzi, prima dell’avvento del fascismo sindaco socialista di Montepagano (TE), il giovane Libero, fece la sua scelta antifascista nel 1938, mentre frequentava ad Assisi il Convitto nazionale. La scelta diviene più matura a Milano, dove il ragazzo frequenta il Politecnico, e a Teramo dove Libero si lega ai socialisti e comunisti locali e decide di combattere contro i nazifascisti arruolandosi nel Corpo di Liberazione Nazionale. Mentre risale combattendo la Penisola non si esime dall’impegnarsi anche come giornalista, trasmettendo per il Giornale Radio, che da Bari e da Napoli irradia “La voce dei giovani”. A Teramo intanto Pierantozzi, che è entrato a far parte di quella Federazione comunista crea e dirige, sino al 1947, anno in cui si trasferisce a Milano, il giornale “La riscossa”. Nel capoluogo lombardo il giovane abruzzese è redattore capo del settimanale “La voce comunista” e dalle colonne del quotidiano ”l’Unità”, di cui è redattore, darà un contributo fondamentale alla conoscenza del mondo cattolico. È il 1962 quando Pierantozzi segue per “Rinascita”, allora diretta da Palmiro Togliatti , i lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II, impegno che proseguirà con i resoconti dei primi convegni tra marxisti e cattolici a Salisburgo nel 1965, e a Monaco nel 1966. Dieci anni dopo, Libero Pierantozzi sarà improvvisamente stroncato da un infarto a Velletri. Nel gennaio del 2009, per ricordare questo protagonista del dialogo tra comunisti e cattolici e a suo padre Giovanni, sono state dedicate in Abruzzo numerose iniziative. Nella circostanza a Libero (per il quale Il Presidente della Repubblica ha inviato un messaggio di “vivo apprezzamento per l’attività politica e professionale per il dialogo tra marxisti e cattolici per il progresso civile del Paese”) è stato intitolato un Parco sul Lungomare di Roseto; al padre è stato dedicata la sala del Museo della cultura di Montepagano.