Donne e Uomini della Resistenza/Giuseppe Turcato
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Giuseppe Turcato
Nato a Castelfranco Veneto (Treviso) il 6 febbraio 1913, deceduto a Venezia il 23 ottobre 1996 nella sede dell’ANPI provinciale.
Nel quindicennale della sua scomparsa, la città di Venezia ha intitolato a “Bepi” Turcato il parco pubblico in località “Terre Perse” del Lido. Alla cerimonia sono intervenuti l’assessora Tiziana Agostini, il presidente della Municipalità Giorgio Vianello e, per l’ANPI, Gianpietro Sartori.
Il nonno paterno di Turcato, Ferdinando (titolare di una falegnameria), nel 1896 era stato tra i fondatori del Partito socialista a Castelfranco e due anni dopo era stato incarcerato a Treviso. Quello materno (Giuseppe Zambon) aveva partecipato nel 1859, con i piemontesi, alla seconda Guerra d’indipendenza.
Cresciuto in questo clima “Bepi”, dopo regolari studi al Liceo scientifico, prosegue da autodidatta. Impiegato del gruppo SADE, nel 1934 entra nel “Soccorso Rosso” e nel 1935 aderisce al Partito Comunista d’Italia, considerandolo il più attivo e organizzato avversario del fascismo dominante. Nello stesso anno apre con un compagno una “Libreria dell’usato” alla Toletta.
Negli anni dell’occupazione nazifascista Turcato diventa l’anima e la guida della Resistenza nella città di Venezia. Memorabile (ne parlò allora anche Radio Londra) la “beffa del Teatro Goldoni”, quando “Bepi” e i suoi compagni fecero cadere sulla testa di centinaia di repubblichini e tedeschi che assistevano ad una rappresentazione, migliaia di volantini inneggianti alla libertà.
Turcato è considerato il massimo esperto italiano di Emilio Salgari e tra i più grandi autori italiani di libri sul gioco degli scacchi. Tra i suoi tanti lavori sono di grande importanza i volumi sulla Resistenza veneziana.
Nel dopoguerra Giuseppe Turcato ha rappresentato il PCI nel Consiglio comunale di Venezia, ma soprattutto è stato sempre molto vicino all’ANPI. Non a caso, quando è deceduto all’età di 83 anni, ha reclinato il capo su una scrivania della sede provinciale dell’Associazione degli ex partigiani.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia