Donne e Uomini della Resistenza/Giovanni Mirotti
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Giovanni Mirotti
Nato a Casalpusterlengo (ora in provincia di Lodi) il 7 aprile 1901, morto nel lager di Mauthausen il 21 marzo 1945, negoziante.
Era uno dei figli di Prospero Mirotti. Sindaco socialista di Casalpusterlengo subito dopo la prima guerra mondiale, Prospero era stato destituito dai fascisti; era deceduto per un infarto nel 1932, dopo aver incrociato sul treno il figlio Aldo , che veniva tradotto ammanettato da Milano a Roma per essere processato dal Tribunale speciale. Giovanni, già "ardito del popolo", nel 1931 con Francesco Scotti e una ventina di altri militanti comunisti, tra cui, appunto, il fratello Aldo, aveva dato vita nel Casalese e nel Lodigiano a una organizzazione antifascista clandestina. Questa, tra l'altro, produsse un foglio illegale intitolato Il Risveglio , che veniva diffuso tra gli operai e i braccianti della zona. Dopo alcuni mesi d'attività, l'organizzazione fu scoperta e Aldo Mirotti arrestato. Giovanni, nonostante la sorveglianza della polizia a cui era sottoposto, durante la Seconda guerra mondiale aveva ripreso l'attività politica; ma nell'agosto del 1942 era stato denunciato per propaganda antifascista. La caduta del fascismo e poi l'armistizio lo videro ancor più impegnato, tanto che in un esposto al comando della 27ª Legione della Milizia di Lodi, i repubblichini di Casalpusterlengo lo accusarono di essere stato il promotore del corteo di operai che, il 4 novembre 1943, si era portato al Monumento ai Caduti della Guerra 1915/18, trasformandolo in una manifestazione antitedesca ed antifascista. Il 10 novembre Giovanni Mirotti fu arrestato. Dal carcere di Lodi fu trasferito in quello di Milano. Da "San Vittore" il negoziante antifascista riuscì a far avere alla moglie Emma una lettera tranquillizzante, nella quale le raccomandava la cura dei tre figli. Poi, il 18 febbraio 1944, la partenza per il lager dal quale non sarebbe più tornato.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia