Donne e Uomini della Resistenza/Gino Lombardi

Gino Lombardi

Nato a Querceta di Seravezza (Lucca) il 5 gennaio 1920, caduto a Sarzana (La Spezia) il 21 aprile 1944, impiegato.

Suo padre, Giuseppe, era un piccolo industriale del marmo di fede socialista. Costretto a trasferirsi a Pisa dalle persecuzioni dei fascisti, era riuscito lì a far studiare i figli. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Gino, che era impiegato all'AGIP e che seguiva all'Università i corsi di Economia politica, era stato mobilitato e mandato nell'Egeo come sottotenente del Genio aeronautico. Rientrato a Pisa nel 1943, con la rabbia nel cuore per la morte in guerra del fratello, Gino fu, con suo padre, tra i primi ad entrare nelle file della Resistenza. Persuasi numerosi giovani a darsi alla macchia, costituì con questi, in località La Porta, le prime bande partigiane tra Farnocchia e Sant'Anna di Stazzema (Lucca). Al gruppo iniziale che, sotto il suo comando sarebbe diventato Brigata, Gino Lombardi (che fu tra i primi antifascisti ad aderire al "Fronte della Gioventù" di Forte dei Marmi), diede il nome di "Cacciatori delle Alpi Apuane". Il 17 aprile del 1944 i "Cacciatori" furono attaccati, sul Monte Gabberi, da centinaia di militi della Guardia nazionale repubblicana e della X MAS . Nonostante fossero molto inferiori di numero e di armamento, i partigiani di "Joe il Rosso" (questo il nome di battaglia di Gino Lombardi), riuscirono a sganciarsi infliggendo gravi perdite ai fascisti. Nei combattimenti cadde l'aiutante di "Joe il Rosso", il partigiano sardo Luigi Mulargia (sul ferito i fascisti infierirono mozzandogli le orecchie e uccidendolo a calci), il cui nome sarebbe poi stato dato a una formazione dei "Cacciatori delle Alpi Apuane". Dopo questo scontro, Lombardi pensò di spostare i suoi partigiani in posizione più favorevole nell'Alta Lunigiana e, con Piero Consoni e Ottorino Balestri, si diresse verso Equi Terme (Massa Carrara), per un sopralluogo. Fermati dai militi fascisti a Sarzana, i tre ingaggiarono combattimento, ma "Joe il Rosso", dopo aver abbattuto due fascisti, cadde colpito a morte. Si salvò Balestri; Consoni, gravemente ferito, fu catturato, torturato e fucilato il 4 maggio. Le formazioni partigiane operanti sui monti della Versilia, si batterono, sino alla Liberazione, col nome di Brigata d'assalto "Gino Lombardi". Una lapide lo ricorda oggi a Farnocchia di Stazzema (Luca), dove gli è stata intitolata una strada; un'altra lapide è stata collocata, nel 2005, in via Mascardi a Sarzana, dall'ANPI della Versilia e dai Comuni di Seravezza e Sarzana, in ricordo suo e di Piero Consoni.