Donne e Uomini della Resistenza/Genserico Fontana
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Genserico Fontana
Nato a Roma il 26 gennaio 1918, trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, laureato in Giurisprudenza, capitano di complemento dei Carabinieri, Medaglia d'oro al Valor militare alla memoria.
Aveva frequentato a Spoleto il Corso allievi ufficiali e, nell'ottobre del 1940, era stato inviato sul fronte greco. Nel 1943, Fontana era stato trasferito nell'Arma dei carabinieri. Dopo l'8 settembre, prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza romana. Organizzatore di una formazione armata, attivamente ricercato dai nazifascisti, fu catturato in seguito a delazione. Subì inumane sevizie senza confessare nulla ai suoi aguzzini e fu trucidato alle Fosse Ardeatine. La Medaglia alle memoria gli è stata assegnata con questa motivazione: " In momenti di drammatiche difficoltà per il Paese, conscio dei suoi doveri di soldato, si rifiutava di collaborare coi nemici, e con grave rischio sfuggiva alla cattura per la deportazione dopo essersi adoperato con tutte le sue forze per mettere in salvo buona parte dei suoi dipendenti. Pur sapendosi attivamente ricercato iniziava tra enormi difficoltà e pericoli l'organizzazione di una banda armata, dando ai suoi dipendenti ampia assistenza morale e materiale. Incurante dei bandi tedeschi, si prodigava instancabilmente per trasportare e nascondere armi necessarie ai suoi organizzati. Catturato su delazione di spia sebbene sottoposto per lunghi mesi a privazioni e torture di ogni genere, manteneva il più assoluto silenzio evitando di far scoprire le fila dell'organizzazione di cui era l'animatore. Nessuna lusinga o allettamento dei suoi aguzzini lo faceva deflettere dal giuramento prestato. Compreso solo del bene della Patria donava la sua giovane esistenza affrontando serenamente la morte per fucilazione nelle Fosse Ardeatine". A Genserico Fontana sono state intitolate strade a Roma e ad Avezzano.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia