Donne e Uomini della Resistenza/Gastone Piccinini
Questo testo è incompleto. |
Gastone Piccinini
Nato a Trieste il 22 aprile 1915, deceduto a Bologna nel 1994, 2° capo radiotelegrafista della Marina, dirigente sportivo, esponente dell'ANPI, Medaglia d'oro al valor militare.
Piccinini è sopravvissuto all'eroico gesto che, il 20 maggio 1944, l'ha accomunato al suo compagno Sergio Tavernari , ma ha passato il resto della vita su una carrozzina. La massima ricompensa al valor militare che gli è stata assegnata per il suo coraggio dice: "All'inizio del movimento di liberazione varcava audacemente le linee nemiche portando con sé un apparecchio radiotrasmittente, per prendere parte attiva alla lotta in territorio occupato dai nazi-fascisti. Catturato dall'avversario riusciva, ad evadere portando in salvo l'apparecchio radio, riprendeva il suo posto di radiotelegrafista addetto al servizio degli aviolanci e volontariamente partecipava anche a tutti i fatti d'arme della sua brigata partigiana, distinguendosi per ardimento e sprezzo del pericolo. Mentre in una casa di Milano trasmetteva messaggi veniva accerchiato. Per sfuggire alla cattura da parte del nemico, dopo aver distrutto l'apparecchio radio ed i cifrari ed essersi difeso sino all'ultima cartuccia, per non cadere vivo nelle mani dell'avversario, si lanciava nel vuoto dal quinto piano abbracciato al suo unico compagno gridando: " Viva l'Italia ". Con le membra orribilmente sfracellate e la spina dorsale fratturata ma ancora vivo, veniva raccolto dai tedeschi nella vana speranza di sapere i nomi dei suoi compagni di lotta. Il fiero silenzio da lui conservato nonostante le atroci sofferenze ed i crudeli martiri, frustrava i vani tentativi del nemico e dopo un anno di dolorosa degenza, infranta l'oppressione nazi-fascista, veniva liberato dai compagni ancora ammirati del ricordo delle sue gesta e portato a braccia con le membra inesorabilmente e per sempre spezzate e la spina dorsale lesionata, nella smagliante luce del sole d'Italia redenta". La gravissima menomazione non ha impedito a Piccinini di svolgere, nel dopoguerra, la sua attività nella sezione locale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, di cui è stato presidente onorario, nell'Associazione Mutilati e Invalidi di guerra e nell'Associazione (era capitano di corvetta onorario), dei Marinai Militari in congedo. Soprattutto non gli ha impedito di occuparsi, sempre in carrozzina, ma con un entusiasmo ineguagliabile, del suo sport preferito: il canottaggio. Da ragazzo, infatti, Piccinini (remando per la "Canottieri Timavo" di Monfalcone) era riuscito a vincere un titolo nazionale. Poi c'erano state la guerra e la Resistenza, conclusa con quel salto dal quinto piano. Ma dopo il conflitto Piccinini era riuscito a diventare allenatore e presidente di una piccola associazione sportiva di Castiglion dei Pepoli, la "Canottieri Brasimone", che aveva fatto crescere sino a farla diventare, a Casalecchio, il più importante centro remiero della provincia di Bologna. Nel 2004 il Centro è stato intitolato a questo eroe della Resistenza. Porta il nome di Gastone Piccinini anche una piazza di Rastignano di Pianoro, il Comune dove risiedeva.
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia