Donne e Uomini della Resistenza/Ferdinando Brenna
Questo testo è incompleto. |
Ferdinando Brenna
Nato a Milano il 13 dicembre 1910, fucilato nel poligono di tiro di Cibeno di Carpi (Modena) il 12 luglio 1944.
È stato uno dei collaboratori più fidati e assidui di Poldo Gasparotto , sia come membro del Partito d'Azione lombardo, sia come compagno di prigionia a Fossoli. Brenna fu arrestato in casa il 10 dicembre 1943 da militari tedeschi, insieme al padre ed alla sorella Maria Maddalena (il padre fu l'unico superstite dei fucilati all'Arena di Milano, il 19 dicembre '43). Portato a San Vittore, Ferdinando fu rinchiuso nella cella 73 del I Raggio e immatricolato col numero 872. Inviato a Fossoli il 27 aprile 1944 (matricola del campo 236), Brenna occupava la baracca 18, quella degli “intellettuali”. Si era instaurata con Gasparotto una sincera e spontanea fratellanza. In quei frangenti, Brenna fu uno degli organizzatori di un eccellente servizio di raccolta e smistamento della posta clandestina. Non a caso fu proprio a Brenna, prima di uscire dalla baracca e andare verso la morte, che Gasparotto affidò quei fogli che nel 2007 i parenti han fatto pubblicare, a cura di Mimmo Franzinelli col titolo Diario di Fossoli. Poco più di due settimane dopo l’uccisione di Gasparotto, anche Brenna troverà la morte, fucilato dai tedeschi con altri sessantasei patrioti (che sarebbero dovuti essere deportati in Germania, ma che i nazisti uccisero nel Poligono di Cibeno). Il corpo di Brenna, contrassegnato all'esumazione col numero 59, fu riconosciuto dal padre Mario e dalla moglie. Una lapide che lo definisce “cospiratore temerario, antesignano della lotta per la libertà” lo ricorda oggi nella casa milanese di via Petrarca 12 dove Ferdinando Brenna aveva abitato con i suoi. (o.b.m.)
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia