Donne e Uomini della Resistenza/Felice Cordero di Pamparato

Felice Cordero di Pamparato

Nato a Torino nel 1919, impiccato a Giaveno (Torino) il 17 agosto 1944, ufficiale, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Palazzo Campana, che ancora oggi ospita la facoltà di matematica dell’Università di Torino, si chiama così dal nome della brigata partigiana che fu tra le prime ad entrare nel capoluogo piemontese nell’aprile del 1945. La Brigata “Campana” aveva perso il suo comandante, Felice Cordero di Pamparato, nell’agosto del 1944, quando Cordero fu catturato e condannato a morte senza processo, dopo uno scontro con i nazifascisti alle porte di Torino. Cordero di Pamparato era un giovane ufficiale di carriera che, dopo aver combattuto in Sicilia sino all’occupazione dell’isola da parte delle truppe alleate, era stato aggregato al Comando del XVI Corpo d’armata italiano, di stanza nei pressi di La Spezia. Sopravvenuto l’armistizio, il giovane ufficiale (dopo aver messo al sicuro la bandiera del suo reggimento), raggiunse la provincia di Torino e si unì alle prime bande partigiane della Val Sangone. Pochi mesi dopo comandava una Brigata, la “Campana”, appunto, che guidò sino a che non fu catturato e impiccato con altri patrioti ad un balcone di Giaveno dai nazifascisti, che lasciarono appesi per alcuni giorni i corpi delle loro vittime.