Donne e Uomini della Resistenza/Eugenio Candon
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Eugenio Candon
Nato a Pinzano al Tagliamento (Pordenone) nel 1921, caduto a Pelcoda nel Friuli il 26 novembre 1944, macellaio, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Aveva lasciato giovanissimo il suo paese (allora in provincia di Udine), per trovare lavoro in Francia. Faceva il macellaio quando, entrato in contatto con comunisti italiani attivi tra gli emigrati, aveva avuto modo di frequentare l'Università operaia di Villejuif. Eugenio Candon era poi diventato comunista e, quando i tedeschi occuparono la Francia, era entrato nelle Resistenza francese. Arrestato, Candon fu consegnato alle autorità italiane che lo confinarono a Ventotene. Liberato con la caduta del fascismo, dopo l'8 settembre 1943 il giovane divenne uno dei primi organizzatori delle formazioni partigiane nel Friuli. Distintosi in audaci azioni, Candon divenne commissario del Gruppo brigate Sud della Divisione Garibaldi "Friuli". Nel novembre del 1944, alla testa della sua formazione, per tre settimane sostenne duri combattimenti contro preponderanti forze nazifasciste. Quando le sorti della lotta volsero a favore del nemico, il commissario partigiano respinse l'invito alla resa e cadde combattendo con i suoi compagni. Questa la motivazione della Medaglia d'Oro: «Partigiano di pura fede e di leggendario valore, al comando delle formazioni garibaldine da lui organizzate, fin dal settembre 1943 iniziava la dura lotta contro il nazifascismo, emergendo in aspre azioni per indomito coraggio e sprezzo del pericolo. Alla testa di un Gruppo di Brigate, accettava e sosteneva per oltre venti giorni duri combattimenti contro poderosissime formazioni nemiche che tentavano di stringere i partigiani in un cerchio di ferro e di fuoco per annientarli. Ridotti i suoi uomini ad un pugno di eroi decisi a continuare la lotta fino all'estremo, respingeva fieramente l'intimazione di resa e con supremo coraggio affrontava il nemico all'arma bianca immolando nel sublime ardimento la sua giovane esistenza e assurgendo con gli eroici compagni che gli erano caduti vicino, alle più alte sfere dell'eroismo» .
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia