Donne e Uomini della Resistenza/Ettore Garelli
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Ettore Garelli
Nato a Torino il 4 giugno 1893, ucciso a Cuneo il 26 novembre 1944, cancelliere di Pretura.
Aveva partecipato, come ufficiale, alla guerra 1915-'18 ed era ritornato dal fronte con una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e con la Croce di Guerra. Di idee democratiche, alla caduta del fascismo aveva aderito al Partito comunista. Dopo l'armistizio Ettore Garelli, che svolgeva il suo ufficio presso la Pretura di Fossano, decise di mettere a frutto le possibilità offerte dal suo ruolo e soprattutto di approfittare del fatto che, quale capitano ispettore di Divisione, era attivo nel servizio X, III Divisione Alpi, Gruppo Divisioni R. di controspionaggio politico militare. Ciò gli consentiva di spostarsi con relativa facilità e di tenere i collegamenti con i comandi della Resistenza piemontese, oltre che di reclutare nuove forze per le formazioni partigiane. I movimenti di Garelli finirono però per insospettire il segretario fascista di Fossano che, il 25 novembre del 1944, accompagnato dai suoi scherani, fece irruzione negli uffici della Pretura. Dopo un'accurata perquisizione i fascisti finirono per trovare ciò che cercavano: documenti che provavano i collegamenti tra il cancelliere e le forze della Resistenza. Garelli fu tradotto subito in una caserma dei carabinieri di Cuneo e la sera stessa ne fu decisa l'eliminazione, che avvenne il giorno dopo, sul piazzale della stazione di Cuneo, dove con Garelli furono fucilati Maria Luisa Alessi ed altri tre partigiani. All'arrestato fu dato soltanto il tempo di confessarsi. Ricevuta la confessione, il teologo Lorenzo Peirone, parroco di Robilante, s'impegnò a far aver ai familiari del morituro un biglietto che Garelli era riuscito a scrivere. Questo il testo del messaggio: "Carissimi, sono questi gli ultimi momenti di mia vita terrena che io trascorro in completa serenità, perché ho coscienza di non avere male operato. I miei pensieri si rivolgono a Dio affinché mi accolga nella Sua coorte, a te Maria ed ai figli. Mi amate col pari immenso affetto che io porto a Voi e Vi chiedo perdono d'essere l'involontaria causa di tanto dolore. Raccomando particolarmente ad Amos di trarre profitto da questa tragedia. Vi bacio tutti con infinito amore. Ettore".
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia