Donne e Uomini della Resistenza/Ettore Castiglioni
Questo testo è incompleto. |
Ettore Castiglioni
Nato a Ruffrè (Trento) nel 1908, morto assiderato in Valmalenco il 12 marzo 1944, alpinista.
Era uno dei più famosi alpinisti italiani. Aveva soltanto 15 anni quando aveva compiuto la sua prima ascensione nelle Dolomiti e ne aveva 19 quando, sulla Rivista Mensile del Club Alpino Italiano, era stato pubblicato il suo primo articolo di alpinismo. La laurea in Giurisprudenza e il trasferimento a Milano non lo distolsero dalla sua passione. Non a caso, nel 1935, è data alle stampe la sua prima guida alpinistica su Le Pale di San Martino, pubblicata dopo che Castiglioni aveva già effettuato una diecina di "prime" sulle Alpi, che gli avevano meritato la Medaglia d'oro al merito alpinistico. Prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, Castiglioni fa in tempo a partecipare alla spedizione in Patagonia di Aldo Bonacossa e, nel 1937, a conquistare la parete nord-est del Pizzo Badile con Vitale Bramanti. Quando, nel 1942, è chiamato alle armi è sottotenente istruttore degli Alpini, prima nelle Dolomiti e poi in Val d'Aosta. È con l'armistizio che si rivela appieno l'orientamento democratico di Ettore Castiglioni. Con una dozzina dei suoi allievi alpini, il giovane ufficiale si installa sull'Alpe Berio, sopra Ollmont (Valpelline). L'Alpe Berio, che dista tre ore di cammino dal confine svizzero, diventa la base per aiutare gli antifascisti (e i perseguitati per motivi razziali), a riparare nella Confederazione. Castiglioni e i suoi riescono a portarne in salvo circa un centinaio e, tra questi, anche Luigi Einaudi, che diventerà poi il primo Presidente eletto della Repubblica italiana. Arrestato dalla polizia elvetica durante uno dei suoi tanti passaggi illegali, Castiglioni è trattenuto nelle carceri del Vallese per cinque settimane. Quando è rimesso in libertà e può rientrare in Italia riprende la sua attività. L'11 marzo del 1944, certamente per incarico del CLN, parte con gli sci dalla Capanna Porro, in Valmalenco, per "sbrigare una faccenda a Maloja". Ha un passaporto intestato al cittadino svizzero Oscar Braendli, ma la polizia elvetica si avvede del cambio di persona e arresta di nuovo Castiglioni. Rinchiuso al piano superiore dell'Hotel Longhin, il più famoso alpinista italiano dell'epoca viene privato dei pantaloni, delle scarpe e degli sci. Ma ha una missione da compiere e alle cinque del mattino del 12 marzo si cala, con alcune lenzuola annodate, dalla finestra. Senza vestiti adatti, senza attrezzatura si incammina verso l'Italia via Orden, Cavloc, ghiacciaio del Forno, Passo del Forno. Morirà assiderato e il suo corpo, ritrovato a giugno del 1944 a pochi metri dal confine, sarà tumulato a Chiesa in Valmalenco (Sondrio). Nel giugno del 2006, presso il Centro di formazione e vacanze di Salecina, si è tenuto un convegno sul tema "La frontiera Sud dei Grigioni 1943-1945. Profughi, partigiani, spie, contrabbandieri e l'alpinista Ettore Castiglioni".
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia