Donne e Uomini della Resistenza/Enzo Giovanni Caffer
Questo testo è incompleto. |
Enzo Giovanni Caffer
Nato a Perosa Argentina (Torino) il 10 marzo 1925, caduto a Villaretto di Val Chisone (Torino) il 30 luglio 1944, meccanico, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Quando il fratello Dario, più vecchio di un anno e arruolato nel 1° Reggimento artiglieria, decise, al momento dell'armistizio, di darsi alla macchia, Enzo lo seguì. I fratelli Caffer furono tra i primi ad arruolarsi nella Divisione autonoma partigiana "Val Chisone" e si distinsero partecipando a numerose battaglie e azioni contro i nazifascisti. Il nome di Enzo divenne leggendario e il ragazzo fu presto nominato commissario di Battaglione. Cadde per proteggere una manovra di ripiegamento dei partigiani, durante un massiccio rastrellamento compiuto da reparti tedeschi e fascisti. La Medaglia d'oro alla memoria di Enzo Caffer ha questa motivazione: "Di duro ceppo montanaro, pur non avendo obblighi militari, fu tra i primi nella lotta contro i tedeschi, seguendo l'esempio del suo fratello maggiore, caduto per la libertà. Partecipò a tutti i combattimenti ed il suo nome divenne in Val Germanasca e in Val Perosa simbolo di ogni eroismo ed ardimento. Durante il duro inverno 1943-1944 visse tra i rigori del gelo e stenti inenarrabili, sorretto dall'ardente fede che lo animava e dall'alto spirito di sacrificio, che è patrimonio della nostra gente montanara. Incaricato di cooperare con la sua arma allo sbarramento di una posizione per proteggere una manovra di ripiegamento, veniva mortalmente colpito e rifiutava ogni soccorso pur di non distogliere nessuno dal posto di combattimento. Morì dissanguato, esempio di indomito coraggio e di stoico valore". Poche settimane dopo la morte di Enzo, cadde in combattimento (era il 19 agosto del 1944), anche Dario Caffer, che comandava un distaccamento della Divisione "Val Chisone".
Fonte del testo: ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia