Donne e Uomini della Resistenza/Enrico Zanella

Enrico Zanella

Nato a Lozzo di Cadore (Belluno) il 27 luglio 1897, ucciso a Vigonza (Padova) l'11 giugno 1944, commerciante.

Soldato nella guerra 1915-18, nel 1927 si era trasferito a Vigonza. Di qui, sotto la ragione sociale di "Dal Bianco & Zanella" aveva dato origine, a Padova, al "Concessionario Lievito Eridania delle Tre Venezie". Notoriamente antifascista, ben presto si fece notare per le sue doti organizzative e quando l'arciprete di Vigonza diede inizio alla costruzione dell'asilo infantile del paese, Zanella fu invitato a far parte della commissione che, col podestà, il segretario del fascio e altri cittadini avrebbe seguito i lavori. Terminata l'opera, sull'organizzazione della cerimonia di inaugurazione nacque un grave contrasto. Zanella e l'arciprete si opposero alla pretesa che la celebrazione (doveva officiare il vescovo Dalla Costa), avesse un carattere prettamente fascista. Zanella non mancò di disapprovare, anche pubblicamente, il comportamento delle autorità e per tutta risposta fu chiamato in questura, arrestato e portato in carcere. Vi rimase una quindicina di giorni e fu rilasciato soltanto per la scomparsa di sua madre, morta di crepacuore. Da quel giorno le chiamate in questura, le minacce e i fermi non si contarono più; ogni volta che Padova doveva subire la visita di qualche gerarca, Enrico Zanella veniva "invitato" in questura, pedinato e trattenuto. Nel 1939, quando a Vigonza fu costruita la casa del Fascio, il commerciante fu invitato più volte a dare il suo contributo, che lui rifiutò sempre. Una sera arrivò in paese il vicesegretario federale fascista Cattani, convocò Zanella e dopo un'ora di accesa discussione e di gravi minacce gli estorse una cambiale di 10 mila lire. Appena fuori, il commerciante antifascista scrisse in America a un nipote giornalista, lo informò della violenza subita e delle ingiustizie che si commettevano in nome della Patria. Il nipote andò subito dall'ambasciatore italiano negli Stati Uniti che si attivò e, per timore di una campagna giornalistica, ottenne che la cambiale fosse restituita a Zanella. Quello smacco non fu dimenticato dai fascisti di Vigonza che, durante la Resistenza, quando fu ucciso Giuseppe Begon, segretario del partito fascista repubblicano, all'alba dell'11 giugno 1944 si recarono all'abitazione del commerciante antifascista, lo strapparono ai suoi familiari, lo caricarono su un autocarro e, dopo una violenta lotta, lo trucidarono con alcuni colpi di pistola al capo, gettandone il cadavere in un fossato. La piazza principale del paese di Vigonza è oggi intitolata a Enrico Zanella.

(m.z.)